Il coordinamento dei comitati “No mala movida” scrivono al sindaco Giuseppe Sala e al prefetto Renato Saccone per chiedere “l’accesso ai tavoli decisionali dai quali siamo stati esclusi, per scelta, fino ad ora. Riteniamo fondamentale, nell’interesse della collettività, poter dare il nostro contributo di esperienza nei luoghi deputati. Senza il nostro apporto le soluzioni ipotizzate risulteranno sempre monche perché risulterà assente la voce della parte lesa”, si legge nella lettera indirizzata alle autorità.
I comitati, dall’Isola ai Navigli, dall’Arco della Pace a Porta Venezia, sottolineano che “la movida è un fenomeno sempre più diffuso a livello nazionale e locale; il suo effetto sui quartieri si fa via via più invasivo e causa di contrapposizioni tra le parti; il commercio al dettaglio trae benefici economici dalla vita notturna, ma subisce al contrario una contrazione dei consumi diurni, sia alimentari che di altro genere, poiché è causa di un progressivo allontanamento del ‘negozio di vicinato’ tanto importante per la vitalità dei quartieri”. Infine, “i residenti – tra i quali anche i commercianti in altre tipologie di merci – sono deprivati di notte (e spesso anche di giorno a causa del degrado residuo) dell’uso del territorio nel quale risiedono”. Secondo i comitati “il reale e misurabile degrado di questi quartieri in termini di sicurezza e di valore economico ha conseguenze nel medio e lungo periodo perché è concausa dello svuotamento progressivo dei centri e dei quartieri storici spesso di alto valore artistico. E’ un dato di fatto che la sociologia urbana ha rimarcato da tempo”. “Alla luce di quanto sopra stupisce che le istituzioni milanesi non manifestino una strategia a media e lunga scadenza per tutelare la vivibilità e il valore storico artistico dei luoghi dove la movida si è insediata. Stupisce anche l’assenza dei comitati ai tavoli di lavoro sulla regolamentazione del fenomeno previsti dal Sindaco e dalla Prefettura, vista l’esperienza, in alcuni casi decennale, di numerosi cittadini coinvolti nei quartieri della movida e per questo attivi nel far conoscere le loro ragioni in modo del tutto civile”, proseguono i comitati.
“Perdere l’occasione di sfruttare quest’esperienza forse a causa del pregiudizio verso i residenti, considerati solamente irritati (per quanto l’irritazione sia del tutto giustificata) e provocatori, oppure considerati politicamente poco rilevanti, è un errore politico e storico. Queste le ragioni che spingono i residenti, sempre più numerosi e riuniti in comitati cittadini, a sostenere e a chiedere legittimamente la loro partecipazione ai tavoli di lavoro”.
(Fonte mianews)
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