Fabrizio De Pasquale, capogruppo uscente in Comune e capolista di Forza Italia, al Palazzo delle Stelline dove si sono riuniti ministri, assessori e coordinatori azzurri con il candidato sindaco Luca Bernardo, viene intervistato da Il Giornale. Un’intervista su più temi. Sincera, con la fierezza di appartenere a un partito che ha sempre ricercato la competenza e una condivisione serena con il centrodestra. Termina con una convinzione “«Si andrà al ballottaggio e il risultato del centrodestra al primo turno darà molta fiducia ai milanesi che hanno ancora paura di cambiare. Sarà la somma di tante arrabbiature della gente, molto più alto dei sondaggi commissionati da Sala».
Di seguito l’intervista
Obiettivo della lista?
«Intanto la kermesse serve a ricordare a tutti i milanesi che Forza Italia è compatta, con i propri contenuti e i propri esponenti, a fianco di Bernardo, non a caso abbiamo messo il suo nome nel simbolo. Non cadiamo nella trappola della sinistra che vuole farci demoralizzare con finti sondaggi».
Però nel centrodestra c’è un derby aperto tra Lega e Fdi sui voti. FI si chiama fuori?
«Nelle ultime settimane registriamo molta voglia di un centrodestra serio, con candidati che si presentino con competenza e toni gentili. Il presidente Silvio Berlusconi ha sempre chiesto garbo e preparazione e come accadde nel 2016 questa linea ci porterà ad un risultato ben sopra le attese. Contiamo di superare il 10% e porci come punto di riferimento del centro moderato. Milano premia l’approccio responsabile, non serve gridare».
Giorni fa in Regione due esponenti sono passati da Fi alla Lega, si dice che altri potrebbero farlo dopo il voto, la preoccupano queste fughe?
«Viviamo questi passaggi anche come un’opportunità, nel partito si apriranno nuovi spazi e vorrò vedere se, alla fine dei conti e davanti ai numeri veri, chi è scappato per motivi opportunistici, pensando di poter essere più facilmente eletto in Lega e Fdi, non si troverà poi in contesti troppo affollati rispetto ai posti disponibili. Le fughe non hanno mai portato bene. E se si tratta di persone che hanno avuto cariche importanti grazie a Berlusconi e agli elettori Fi, non credo ci possano essere recriminazioni dietro alla loro uscita».
E degli «scippatori» che dice?
«I nostri alleati invece di pensare a vincere le elezioni fanno campagna acquisti in piena campagna e sbagliano. La leadership non si esercita così, ma semmai organizzando meglio le elezioni. La preparazione delle amministrative anche a Milano è stata piena di passaggi problematici e ritardi. Quando il leader era Berlusconi le campagne erano organizzate meglio e la selezione dei candidati, per quanto condivisa, veniva fatta con più prontezza».
Nel primo confronto tra Sala e Bernardo sono emerse le distanze soprattutto su mobilità e tasse, sono i temi su cui punterete nel rush finale?
«Noi garantiamo meno tasse, cancellazione di Area B e riduzione di Area C, revisione delle piste. Ma daremo un cambio di rotta anche su movida e politiche sociali, su cui c’è grande delusione. La sinistra ha dimostrato di essere più attenta a Instagram e glamour e ha dato scarsa attenzione agli anziani, le scuole cadono a pezzi, mancano spazi di aggregazione per i giovani».
Lo scontro sulla movida si trascina da anni.
«Ma ora si sono superati i limiti, il Comune non può tollerare l’anarchia in quartieri come il Lazzaretto o Lambrate, la movida va governata e controllata. Nei dehors assegnati gratis per far fronte all’emergenza Covid il servizio ai tavoli deve finire a mezzanotte e non è accettabile che bande di ragazzi improvvisino discoteche in piazza alle 4 di notte. Serve un nucleo dei vigili ad hoc».
Dopo tante polemiche ora Sala dice che potrebbe rivedere qualche pista, ma sul modello «indietro non si torna».
«Se durante il Covid gli effetti del suo piano erano limitati ora che la città è ripartita con scuola, eventi, moda, il traffico è impazzito e la gente è infuriata. In queste settimane è diventato chiaro a tutti che restringere le carreggiate o creare ciclabili in centro come nelle vie di accesso è stato un flop, il Comune ha creato un danno all’economia e alla vita delle persone».
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