Buon lunedì e buona settimana amici sportivi, una settima giornata che precede gli impegni della nazionale e quindi stoppa il campionato, che riprenderà il 16 Ottobre.
Nel frattempo, cosa cambia in classifica? Juventus e Inter vincono di misura, e avanzano parallele nelle loro posizioni, in attesa di eventuali passi falsi di Napoli e Milan.
Vediamo, a partire dall’anticipo del venerdì, che ha visto chiudersi in parità, 1-1, l’incontro tra laguna veneta e mar di Sardegna (Cagliari-Venezia). Un tempo a testa, ma la beffa per il Cagliari arriva nel finale. La squadra di Mazzarri vede sfumare ancora il primo successo in questa Serie A ed è ripresa in casa, al 92°, dal Venezia, artefice di un secondo tempo più pimpante. Gli isolani avevano giocato un ottimo primo tempo ed erano passati con Keita Balde; nella ripresa però si è assistito a un quasi monologo dei lagunari, bravi e fortunati a trovare il lampo giusto con Busio: il suo tiro, deviato da Caceres, diventa imparabile per Cragno. Mazzarri e la sua squadra vedono così scappare via, ancora una volta, i primi 3 punti di questa stagione. Nota positiva invece per il Venezia: dopo il pari col Torino, la squadra di Zanetti si conferma una compagine tosta e con le idee chiare.
Primi tre punti stagionali con un guizzo dalla panchina, che fa volare la Salernitana verso una vittoria dal sapore di aria fresca. I granata di Castori conquistano la prima vittoria in campionato superando il Genoa tra le mura dell’Arechi: a decidere il match, dopo un primo tempo povero di emozioni, ci ha pensato il colpo di testa del neo entrato Djuric, bravo a eludere la marcatura di Maksimovic e insaccare di testa il gol-vittoria. Questa volta ai ragazzi di Ballardini non riesce la rimonta, con i rossoblu costretti ad incassare la quarta sconfitta di questo avvio di campionato: Belec si supera nei minuti finali sui tentativi di Pandev e Rovella, Salerno sorride per un successo fondamentale per guardare al ritorno dalla pausa per le Nazionali con grande ottimismo.
Incontro tra tori e zebre, Torino e Juventus si sono date battaglia e alla fine, ma solo alla fine, quando il cronometro segnava il minuto 86′, è arrivato dal piede di Locatelli, su servizio del solito Chiesa, il tiro che sbloccava il pareggio. Prestazione solida e concreta per la squadra di Allegri, che per la prima volta da Marzo non ha subito gol in un match di campionato. Dopo un primo tempo equilibrato, la Juve è venuta fuori nella ripresa, legittimando i 3 punti con un predominio territoriale e un paio di occasioni pericolose, il gol poi arrivato nel finale. Molto bene la coppia Chiellini-De Ligt, per Juric un ko su cui riflettere: la ripresa del Torino è stata troppo arrendevole. Rimane quindi invariato il distacco (6 punti) in classifica dei bianconeri dall’Inter, vittoriosa ma ansimante a Sassuolo, in seconda posizione ora a -1 dal Napoli e +1 sul Milan.
Ultimo degli anticipi del sabato, a Sassuolo l’Inter trova uno dei match per lei tradizionalmente più ostici nel nostro campionato. Parte abbastanza decisa, la squadra di Inzaghi, e già nei primi minuti colleziona un paio di occasioni. Il Sassuolo si muove però in modo sempre insidioso, puntando sul dinamismo di Boga e sull’azione efficace di Berardi sulla destra. Primo tempo da combattimento: occasioni da una parte e dall’altra, il Sassuolo sblocca con il rigore trasformato da Berardi al 22′, per fallo di Skriniar ai danni di Boga. Al 35′ grossa occasione per il pareggio dei nerazzurri, punizione sul secondo palo, Dumfries appoggia al volo in mezzo a Perisic, anticipato a pochi centimetri dalla porta da Defrel. Inzaghi va alla sosta con un 2-1 pesantissimo, dopo i pari contro Atalanta e Shakhtar. All’ultimo secondo del primo tempo l’episodio che può cambiare il match: De Vrij manda in porta Defrel, che va giù dopo contatto con Handanovic sulla trequarti. Il Sassuolo protesta, in caso di fallo sarebbe rosso, ma l’arbitro non vede più che uno scontro di gioco, col gomito di Handanovic in uscita fuori area, che incoccia nel corpo di Defrel. Nella ripresa i neroverdi partono a mille, ma l’Inter regge e alla lunga la vince con i cambi: dentro insieme Dimarco, Darmian, Vidal, Dzeko. Ultimo ad entrare Dzeko, al 58′, e si prende sulle spalle un’Inter a un passo dal crollo: gol dopo pochi secondi dall’ingresso in campo e rigore procurato per ribaltare il Sassuolo al Mapei. Lautaro trasforma al 78′. Rimonta completata: Inter a quota 17, Sassuolo fermo a 7.
Domenica, ora di pranzo, il Bologna affronta la Lazio di Sarri e proprio oggi, compiendo i 112 anni della sua storia, si concede un succoso regalo, rifilando ai biancocelesti una tripletta che fa parecchio male.
Un tonfo in trasferta pesantissimo per la Lazio, che al Dall’Ara di Bologna subisce la più classica delle batoste, senza alibi. Il Bologna ha segnato cinque gol su sviluppo di corner in questo campionato, più di ogni altra squadra; in tutta la scorsa Serie A ne aveva fatti 6. Sinisa Mihajlovic stende la propria ex squadra (da giocatore) grazie all’inedita coppia Barrow-Theat, ma la grande prova è comunque di tutta la squadra. Per la Lazio, l’assenza forzata di Immobile, out per un indurimento al flessore della coscia destra rimediato nella sfida europea contro la Lokomotiv Mosca, non basta a spiegare un k.o. simile. Bologna che passa in vantaggio al 14′ del primo tempo con Barrow: lancio perfetto di Theate, con Barrow che infila Luiz Felipe in velocità dopo un perfetto contro-movimento. Il 99 rientra sul destro e dal vertice fa girare con l’interno per un tiro che non dà scampo a Reina. Raddoppio 3 minuti dopo di Theate, la chiude Hickey al 68′, che con Thaete forma la coppia di difensori più giovani dei top 5 campionati europei.
Igor Tudor ha raddrizzato il Verona. La conferma arriva dal roboante 4-0 rifilato allo Spezia da un Hellas scatenato, padrone del campo dal primo all’ultimo minuto e brillante in tutti i suoi elementi. Per gli scaligeri vanno a segno Simeone, Faraoni e Caprari (una magia la sua) in un primo praticamente perfetto tempo chiuso sul 3-0: nella ripresa ci pensa Bessa, complice una papera di Zoet, a completare la festa. Buio totale per lo Spezia di Thiago Motta, penalizzato dalle assenze e troppo arrendevole: per i liguri è la terza sconfitta di fila. Nel finale espulso Bastoni per un fallo di reazione ai danni di Ilic.
Al Ferraris scoppiano i fuochi d’artificio: finisce 3-3 tra Sampdoria e Udinese, tra sorpassi e controsorpassi continui. Gol spettacolari, errori, parate. E un pareggio che, in fondo, rispecchia abbastanza fedelmente quanto visto durante i 90 minuti. Alla faccia della crisi di risultati che stanno attraversando le due squadre. L’Udinese si porta in vantaggio per due volte nel primo tempo, prima Pereyra e poi Beto, venendo nel frattempo raggiunta da un’autorete di Stryger-Larsen. Nella ripresa lo show prosegue con un rigore di Quagliarella (primo gol in campionato dopo 7 giornate) e soprattutto con una prodezza di Candreva, autore di un portentoso destro dalla distanza direttamente sotto l’incrocio. Ma nel finale Forestieri, appena entrato, realizza sottomisura il punto del definitivo 3-3. VAR protagonista nel concedere un paio di gol inizialmente annullati da Orsato e dai suoi collaboratori, rispettivamente a Beto e Forestieri. In sostanza, pari giusto. Ma la classifica di Samp e Udinese continua a essere mediocre.
Napoli fa festa e sogna a tutto spiano, e ne ha ben ragione perché questo primo scorcio di campionato l’ha consacrato, probabilmente in modo duraturo, ad un ruolo di primo piano fino alla fine. Alla nuova pausa nazionali, Spalletti chiude con l’en plein: sette vittorie su sette, 21 punti e vetta incontrastata nella classifica di Serie A. Al Franchi Fiorentina battuta in rimonta 2-1: all’iniziale rete di Martinez Quarta, rispondono Lozano (in tap in dopo che Dragowski aveva respinto un rigore a Insigne) e Rrahmani, di testa su schema da punizione battuta a sorpresa da Zielinski. In difesa, un monumentale Koulibaly neutralizza Vlahovic e così, la Fiorentina, deve accontentarsi di restare a quota 12.
La Roma di Mourinho ritrova il successo all’Olimpico contro l’Empoli. Giallorossi non effervescenti nel primo tempo, ma al 42′ arriva il gol spartiacque firmato da Pellegrini su assist di Mkhitaryan. L’Empoli inizia bene per poi accusare l’uscita dal campo per infortunio di Pinamonti alla mezz’ora. L’armeno della Roma segna il raddoppio nei primi minuti di ripresa ribadendo in rete un palo colpito da Abraham dopo il tocco miracoloso di Vicario. Dal 2-0 in poi non c’è più partita, con i padroni di casa che tengono il possesso palla e i toscani scarsamente produttivi in avanti. Vittoria meritata prima della sosta per la Roma che si porta a quota 15 punti e rimane in scia alle migliori della classifica.
E in chiusura giornata, a Bergamo va in scena un secondo derby lombardo, stavolta con protagonisti Atalanta e Milan, dopo il recente elettrizzante scontro a S.Siro tra i bergamaschi e l’Inter. E lo spettacolo è nuovamente da fuochi d’artificio, con ritmi da premier più che da serie A. Un match che parte come una saetta ed è il Milan a scoccarla, dopo appena una trentina di secondi dal fischio d’inizio: Theo Hernandez trova Calabria in area, tiro a botta sicura, Musso respinge ma non trattiene, la lascia lì e Calabria ribadisce a rete. Gelati Gasperini, giocatori e pubblico, ma dopo una decina di minuti di riassestamento, con altri pericoli sulle incursioni rossonere di Brahim Diaz e Rebic, l’Atalanta riprende forza e il Milan passa un brutto quarto d’ora. Al 14′ pareggio sfiorato: Zapata supera Calabria, botta deviata da Maignan ma Malinovskyi non riesce a ribadire in rete, Tonali salva ostacolando l’ucraino prima del tiro. Poi decisivo Tomori a coprire la porta. Al 20′ altro intervento decisivo del portiere francese che respinge in angolo sul tiro mancino di Zappacosta, e subito dopo zuccata di Zapata su corner, altra respinta di Maignan. Ma al 43′ c’è un clamoroso svarione di Freuler, che spalle alla porta concede un minimo di spazio sufficiente a Tonali, il milanista lo lascia sul posto e batte Musso sul primo palo. L’Atalanta non abbassa la testa, cerca la reazione anche se ovviamente rischia ancora sulle folate in ripartenza del Milan, che arriva anche al 3-0 al 78′ con Leao, che corona con un gran gol una partita da applausi. Partita chiusa? Forse per chi non conosce l’Atalanta. Che infatti arriva al gol, anche se su rigore, all’86’ con Zapata per un tocco di mano di Messias, da poco entrato.
E in pieno recupero, al 94′, l’altro nuovo entrato Pasalic (ex rossonero) rende meno dura una sconfitta ormai inevitabile mettendo dentro il gol del 3-2, su assist di Zapata inizialmente contestato per presunto fallo, ma poi confermato dal VAR. Ma ormai manca meno di un minuto, nulla è più breve di un tempo insufficiente per risorgere. Milan che rimane a rimorchio del Napoli, tallonato a due lunghezze dall’Inter.
E ora, un po’ di respiro al campionato grazie agli azzurri, arrivederci al 16 Ottobre, con la giornata n°8 che propone scontri incrociati Milano-Roma con la Lazio che ospita l’Inter e la Roma che sfida la Juventus a Torino.