ATM: funzionaria clonava biglietti e abbonamenti. Sequestrati conti e villa per 1,2 milioni

Cronaca

Clonava biglietti e abbonamenti per il servizio dell’Azienda trasporti milanesi (Atm) e li rivendeva con l’aiuto di alcuni colleghi complici. Nei guai è finita un’ex funzionaria Atm, 50enne, indagata per peculato aggravato. Era a capo dell’Atm Point Milano Duomo. Il Comando provinciale dei carabinieri di Milano con il personale della V sezione del Nucleo investigativo ha notificato alla donna l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e l’esecuzione del decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 1,2 milioni di euro: una villa e alcuni conti correnti. Il profitto diretto del reato si aggirava, stando agli investigatori, intorno ai 260mila euro. Gli accertamenti patrimoniali sul tenore di vita e sui conti della donna, tuttavia, hanno portano al sequestro di beni immobili per 800mila euro e di conti correnti da 400mila euro. In particolare ci sarebbe una villa comprata e ristrutturata durante il periodo dell’indagine, oltre a due pertinenze della stessa abitazione, a Cernusco Sul Naviglio (Milano). L’indagine, cominciata nel 2018, ha portato alla scoperta di un vero e proprio sistema nel quale venivano stampati abusivamente biglietti Atm e poi venduti in nero nell’Atm Point dove lavoravano. Dopo la scoperta del commercio abusivo, avvenuta a gennaio 2018 grazie a un’indagine interna della società, gli autori della truffa sono stati sospesi, denunciati e, in seguito, licenziati. I responsabili Atm ipotizzavano che un loro dipendente avesse ottenuto vantaggi economici con accesso ai sistemi informatici, con vendita pass soste parcheggi, abbonamenti annuali e biglietti della metro.

Come funzionava la frode dei biglietti Atm

La truffa sarebbe partita già nel 20214 all’interno dell’Atm Point Milano Duomo, dove viene venduto poco più dell’1% dei biglietti, stampandoli al momento della richiesta in modo che siano automaticamente contabilizzati. Chi ha architettato il raggiro ha sfruttato il fatto che, quando la stampante si inceppa, se vengono prodotti più biglietti di quanto richiesto, quelli eccedenti vengono scartati, perché il sistema non li ha contabilizzati. Per il loro business illegale i dipendenti Atm, guidati dalla funzionaria accusata di peculato aggravato, fingevano un malfunzionamento della stampante dei biglietti mandandone in scarto una certa quantità, che il sistema riteneva difettosa e quindi non contabilizzava. La stessa quantità poi, essendo in realtà perfettamente vendibile, veniva smerciata in nero. L’azienda ha capito che qualcosa non andava perché nel mese di ottobre del 2017 il numero di biglietti scartati era salito a mille e settecento, mentre di solito in un mese non superavano i trecento. Così, andando a ritroso su chi aveva utilizzato le stampanti, Atm è risalita ai nomi degli impiegati truffatori. Un impiegato avrebbe per esempio guadagnato illecitamente almeno 23mila euro stampando circa 1.800 biglietti. Alcuni dei dipendenti coinvolti nella frode hanno ammesso la propria responsabilità nel commercio illecito e hanno iniziato a restituire il denaro sottratto indebitamente all’azienda dei trasporti, che al momento ha recuperato una parte del denaro. La vicenda, in ogni caso, è costata ai dieci dipendenti il licenziamento ed è finita nelle mani dell’autorità giudiziaria, che ora ha notificato la conclusione delle indagini preliminari alla “burattinaia”.

Atm corre ai ripari contro le truffe

Per evitare che situazioni analoghe si ripetano in futuro Atm ha da tempo predisposto la contabilizzazione di tutti i biglietti stampati, compresi quelli difettosi. Inoltre, l’azienda ha delegato il controllo e l’eventuale riorganizzazione delle sue procedure organizzative interne ad una società esterna, a cui l’incarico è stato affidato attraverso un concorso pubblico. (fonte Milanotoday)

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