S’è fatto mezzogiorno oppure il pomeridiano, ed anche di sera quando nella grande città non si spengono mai i rumori. Ci sono ancora le insegne strappate del Gualtieri ed i volantini calpestati del Michetti ma il Brasileiro rifiuta anche l’offerta di quell’ultimo caffè. A tutte le ore, mattina e sera, i corridoi sono vuoti per lo Presidenterio che tra sé mormora nessuno scrive al Presidente. Corridoi vuoti e silenziosi di segretarie e segretari, consulenti e consulente, maggiordomi e maggiordome, faccendieri e faccendiere, ambasciatori e ambasciatore, nemmeno Del Monte ha mandato un galoppino. L’ultimo Suv inquinante dell’infinita fila di auto di scorta norteamerigana, ognuna fornita di cuccetta letto, rombando se ne va.
Al G20, eppure ce ne è di genti, solo il Bolsonaro è solo di giorno, solo di sera, solo se ne va anche di notte quell’uomo in infradito, mal vestito, butterato, senza mascherina, senza attenzione ai multipoint vaccinali. Ha un bambiniello in collo, altri due li tiene per le mani e fa gruppo così con il parentado che solo l’accompagna. Han più diamanti le badanti che moglie e amante, più bastoni le guardie del corpo perché la polizia non lo scorta. Ha una ambasciata immensa a Piazza Navona ed han fatto storie per accoglierlo tenendosi tutti a debita distanza. Pavoneggia sul candido gilet una grossa chiazza di macchia di pizza al taglio non assorbita dalla spruzzata di Coca alla ricerca da turista negligente per tutti i Fori di un grosso panino Mac. Cammina lentamente zoppicando trasognato malinconico e assente che nessun presidente l’ha voluto incontrare. Meglio se mio portavo Pelé mormora fra sé e sé.
Nessuno sa da dove venga, dove vada, chi l’abbia votato. A riguardo i social hanno forti dubbi. Si sono arrischiati a scrivere di Presidente fake. Chi mai sarà quell’uomo inchiazzato e incazzato? – si dice la gente e poi si risponde è il Presidente non vaccinato. Boa noite boa noite dice a tutti senza risposta. Boa noite boa noite va dicendo ad ogni cosa ma neanche gatti, gabbiani, ratti e cinghiali gli rispondono neghittosi. In collo già gli dorme il bimbo che non lo sopporta più, quando si fa aurora e si sveglia tutta la città. Ha una collezione di vuote, le bottiglie, mentre qualche gaucho giura di sentirlo ancora, come nella pampa su e giù, ripetersi – se mi portano Ronaldo? Ah Bolsonaro stanco, nessuno ha pianto per l’ordine di non parlarti dato dall’inflessibile conte Drago. Non c’è mai tanto silenzio, quanto intorno a lui. Dov’è è il silenzio, dove sta l’enorme silenzio col cuore infranto se non intorno a te, senza neanche un bilaterale.
Cammina lentamente, zoppicando, trasognato, malinconico ed assente che nessun presidente l’ha voluto incontrare. Nell’Urbe voleva, il presidente tristo, pronunciare commoventi, ripetuti lunghi addii, struggenti addii, ma non li hanno accettati neanche al mukkassasina, nemmeno nei palazzi occupati. Non l’han fatto passare nemmeno i trans ed i clochard con cui voleva fare amicizia. Triste e stanco guardando pericolosamente i ponti del giallo Tevere, e soprattutto l’ultimo caduto, si rannicchiava nel ricordo delle giornate dell’inclusione e del pride, lui, il Presidente discriminato, immaginando un giorno di vedersi con altri sfigati come Lukaschenko ed Erdogan. Ma no, al turco il conte Drago ha perdonato tutto. Il vento non l’accarezza più, il cappello da un po’ non gli sta su. Nei più gravi pensieri scende lentamente sotto i ponti alle zozze sponde tiberine, vicino alle acque dove galleggia dolcemente di ogne, fiori e pansé. Chi mai sarà, chi mai sarà? Il Presidente discriminato.
Quando anche che l’attempata nonna di Heidi, pur trattenuta dai suoi, lo rincorre e se ne scende dappresso a lui. La buona samaritana che non ammette discriminazioni gli è venuta in soccorso, dopo il magone procuratogli da tutti per non avergli nemmeno fatto buttare le monetine nella fontana di Trevi. Gli parla dei ricordi del passato, di un sogno mai sognato. Adieu adieu adieu adieu, boa noite boa noite. Stanotte ho pianto pensando a te, c’è un po’ della mia presidenza, ormai finita, anche nella tua vita che se ne va, senza vaccini, senza amazzoni, senza clima. Il dialogo tra la tedesca ed il brasiliano prosegue nella bella brezza romana che spira in barba agli errori dei meteorologi. Se chiudo gli occhi, sei di nuovo quello vero, quando ti credevo, quando sorridevo. E lui, non mi lasciare solo in questa notte che non vedo il cielo. E lei, torna Bolsonaro! torna Bolsonaro anche senza vaccino, torna Bolsonaro anche senza clima. Così il presidente brasileiro ha parlato al G20, almeno con la delegazione tedesca ed è tornato soddisfatto a casa, con un’intera teglia di pizza al taglio. Anche i potenti rischiano le discriminazioni. Maligni i gringos hanno alluso a tutti i tedeschi ricercati protetti e nascosti in Brasile. 50 anni fa…
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.