Macao annuncia la chiusura: Sala metta in sicurezza gli spazi contro altre occupazioni

Milano

Gli antagonisti di Macao titolano il post in cui annunciano la chiusura delle attività “Siamo fuori”, quasi che liberare la Palazzina Liberty occupata abusivamente fosse un castigo di Dio. Ed elencano aggressioni, difese a oltranza si suppone contro gli immigrati, ma soprattutto un’amarezza di fondo, dopo nove anni di dover abbandonare un contesto di socialità che solo loro hanno percepito, ma che in realtà è stato origine di proteste e segnalazioni. Commenta Silvia Sardone “…. Certo, avremmo preferito uno sgombero sacrosanto, non che fossero cacciati di fatto dai clandestini che hanno trovato rifugio nel vicino ex macello della Borsa. Qualche settimana fa gli antagonisti hanno addirittura chiamato la polizia dopo che un gruppetto di immigrati irregolari aveva fatto irruzione con spranghe nel centro sociale: una barzelletta…Di fatto Macao ammette quanto noi sosteniamo da tempo immemore, ovvero che l’immigrazione di massa così come gestita dalla sinistra è fortemente dannosa. Il fallimento del Comune di Milano è sotto gli occhi di tutti: in viale Molise servono sgomberi e messa in sicurezza degli edifici per evitare nuove occupazioni anche negli spazi che Macao non vuole più utilizzare”. Ma riportiamo l’addio degli antagonisti per constatare che sembra vivano in una bolla a se stante, in cui la loro illegalità, il loro sopruso e disprezzo delle leggi siano un vanto.

SIAMO FUORI 

Sospendiamo la permanenza delle attività di Macao in viale Molise 68.  Negli ultimi sei mesi, Macao si è trovata a gestire giorno e notte una situazione complessa e delicata; a organizzare la resistenza, spesso fisica, tra discussioni, incendi, violenze e nuove difficoltà create dalla pandemia; a sostenere persone in difficoltà nella ricerca di una casa e condizioni di vita migliori; a difendere la comunità che attraversa lo spazio di viale Molise 68. Lo abbiamo fatto con il sostegno della città, degli spazi sociali e di varie associazioni che ci hanno aiutato, in dialogo con il quartiere con cui abbiamo condiviso rabbia e preoccupazione. 

Anzitutto, grazie a tutt* voi. 

Eppure, c’è un limite che non intendiamo superare, che non fa parte della nostra storia né del nostro linguaggio. Non vogliamo usare le nostre energie e il nostro tempo per fare diversamente da ciò che siamo: una piattaforma che denuncia la precarietà, la mancanza di reddito e le paghe indegne del settore culturale, che crea aggregazione attraverso il mutualismo e l’autogestione dei processi produttivi. Siamo un’occupazione che, fin da subito, ha lottato contro la speculazione immobiliare, il caro affitti e i processi di gentrificazione e sfruttamento della produzione culturale. Come pratica di resistenza a questi processi, abbiamo sperimentato una nuova idea di istituzione culturale come bene comune in lotta per il diritto alla città. 

Non siamo brav* a fare paura. Ci interessa generare alleanze e socialità alternative, costruire complicità e forza, immaginare altri mondi: queste sono le cose che sappiamo fare. 

Nonostante siano passati tanti anni, su una delle pareti di Macao si intravede ancora un disegno di Dan Perjovschi in cui Macao esce dalle mura di Macao portandosi dietro Macao. Quel disegno si sta avverando. Lasciamo lo spazio, con la volontà di ripensare il nostro radicamento nel quartiere di Molise Calvairate, nella città e nel mondo. 

^^ È un arrivederci. 

Anna Ferrari

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