Una carrellata di raid sui treni. Fuochi d’artificio. Un insulto alla magistratura, con l’emoticon delle bottiglie di spumante da stappare. E un ringraziamento ai supporter: “È una vittoria anche vostra”, con due spade incrociate e una bandiera dei pirati. È il beffardo video comparso ieri sui canali social che fanno riferimento alla galassia dei writer vandalici e in particolare alla Wca (acronimo di “We can all”), la crew finita a processo per una serie di assalti andati in scena tra 2001 e 2016. Un video che celebra il proscioglimento in udienza preliminare (con la formula “perché il fatto non sussiste”) degli undici componenti del gruppo, accusati di associazione a delinquere finalizzata ad altri reati come danneggiamento e imbrattamento (in particolare delle carrozze dei convogli della metropolitana verde).
Nel gennaio 2020, il gip Guido Salvini, respingendo la richiesta di archiviazione (accolta solo per cinque posizioni) avanzata dal pm Elio Ramondini, aveva ordinato l’imputazione coatta per gli indagati, anche sulla base di un’informativa della polizia locale contenente fotografie e filmati realizzati proprio dai writer per immortalare le loro “imprese” nella rete sotterranea del trasporto pubblico. Il gruppo, la ricostruzione negli atti, avrebbe operato non solo nel capoluogo lombardo e in altre regioni, ma anche in “Spagna, Germania, Francia, New York e in alcune città dell’Australia”. L’inchiesta dei ghisa aveva anche ricostruito l’organizzazione: “Alcuni si occupavano di trasportare un gran numero di bombolette, altri controllavano la zona, altri si occupavano di bloccare la chiusura delle porte dei treni o di sradicare gli allarmi”. Due giorni fa, la decisione del gup Daniela Cardamone ha scagionato i membri della Wca.
«Noi volontari di diverse realtà associative, che da anni cerchiamo di sensibilizzare cittadini, istituzioni, forze dell’ordine e magistratura sul fenomeno del graffitismo vandalico e delle sue conseguenze economiche, estetiche e ambientali nei nostri quartieri e nelle nostre città, siamo rimasti sbigottiti – il commento di Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento dei comitati milanesi –. La cosa che più ferisce è poi trovare subito in Rete un breve video nel quale con arroganza festeggiano la vittoria”. Quindi gli interrogativi: “Loro possono veramente tutto? Che implicazione avrà questa sentenza su un fenomeno in continua crescita? Chi proteggerà i i muri delle nostre case, le serrande dei nostri negozi? I parchi giochi dei nostri figli? Le nostre scuole? Dovremo forse abituarci al degrado? Noi cittadini aspettiamo delle risposte”. (fonte Il Giorno)
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