Sì, una notizia da prima pagina, se esiste la sensibilità di un’immedesimazione che diventi capacità operativa. Soprattutto a Milano dove confluiscono gli ultimi, i diseredati, i rassegnati, vivendo situazioni aberranti, dimenticando, a volte, la dignità. Una doccia, uno spazio per liberare la fantasia può diventare riappropriarsi di una dimensione meno emarginante, di una socialità che fa bene al cuore. Sì la riapertura di nuove docce e nuovi spazi per chi non possiede niente e trascina un cartone e pochi stracci può rappresentare un risveglio alla vita, anche se per poco tempo. E se l’uomo e le sue necessità sono centrali nell’anima di chi guarda, la notizia è indubbiamente da prima pagina.
La cronaca: l’assistenza agli anziani e ai più fragili, alla Casa della Carità, non si è quasi mai fermata durante la pandemia. E se qualche servizio è stato sospeso, ora è tornato in funzione, come il servizio docce che da si presentano completamente rinnovate. Si tratta di un servizio prezioso per le persone senza dimora: prima della pandemia, infatti, erano state 9.674 le docce erogate in un anno e 1.305 le persone accolte. Le nuove docce, con accesso direttamente dall’esterno per tutti coloro che ne avessero bisogno, non solo gli ospiti della struttura in via Brambilla, sono state inaugurate Le nuove docce sono state intitolate a don Roberto Malgesini, il sacerdote ucciso a Como nel settembre del 2020 e che alla Casa della Carità ha donato un anno di volontariato. “Questi mesi sono stati molto complessi per le persone senza dimora che accoglievamo, soprattutto nel primo lockdown, quando tutte le docce della città avevano chiuso. Abbiamo però cercato di mantenere la relazione con loro, riaprendo il guardaroba appena è stato possibile e andandoli a cercare con le nostre unità di strada nei luoghi dove dormono, aggiungendo anche un’uscita pomeridiana a quelle serali, ha spiegato Ciro Di Guida, responsabile del servizio Docce e Guardaroba.
I lavori di ristrutturazione della Casa della Carità hanno anche permesso la creazione di un centro diurno polifunzionale da adibire a diverse attività per intrattenere gli ospiti delle docce che potranno ricominciare a partecipare alle attività di “Arredare l’attesa”, come i laboratori artistici, il cineforum e l’analisi di opere d’arte.
I lavori per i nuovi spazi dell’accoglienza diurna – che comprendono le docce, il centro diurno e un nuovo ingresso per servizi quali guardaroba, centro d’ascolto e sportello legale – sono durati cinque mesi e sono costati 306mila euro, finanziati grazie alle donazioni di tanti cittadini. Le nuove docce ora collocate in una diversa ala della sede di via Brambilla, dove hanno uno spazio più grande e un ingresso dedicato: verrà ripristinato infatti quello che era l’accesso principale dell’edificio scolastico che dal 2004 ospita la Casa della Carità. Questo permetterà di evitare assembramenti e di proteggere la salute di tutti. Inoltre è stata aggiunta una doccia in più, rispetto a quella già presente, per persone con disabilità.
La cerimonia è stata soprattutto un momento per condividere, con i volontari, l’importanza della cura e il valore prezioso di ogni persona senza distinzione alcuna.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano