Il silenzio è d’oro e ogni commento è così stridente che diventa offesa. Dopo l’aberrante e indecente sgombero dei clochard, senza preavviso trattati come stracci vecchi da buttare, Sala commenta, si giustifica, spara proposte al di là della realtà – “Non c’è una singola regola, ma quelli che dicono ‘dovevate offrire un’alternativa’, l’alternativa sono i posti letto che noi offriamo. Se non dovesse essere sufficiente, lo ribadisco, mettiamo mano al portafoglio e creiamone altri” Adesso si accorge del grave fenomeno?
“Capisco le lamentele, capisco anche che a tutti loro è stato offerto immediatamente un letto. E’ stata una cosa simbolica, il problema dei clochard è un problema di tutte le città”, ha aggiunto Sala. “Ci ho pensato molto. In tanti mi hanno scritto, l’operazione è nata con il mio consenso, gestita da Granelli e Bertolé, quindi non posso negare la loro azione che deriva dal fatto che di freddo si può morire e lo abbiamo visto anche negli anni passati e e quella situazione era tesa a degenerare. Si poteva fare diversamente?”
Molte cose poteva fare nei cinque ani di amministrazione e la brutalità, l’insensibilità dei tempi rasenta la disumanità e no, tutti i posti letto non li ha predisposti e “E’ inutile che il sindaco dica che ‘molti di loro non accettano di andare nei dormitori’ e che ‘quindi il problema è complesso’: il motivo per cui tanti preferiscono dormire all’addiaccio è perché non vogliono metter piede nei centri comunali perché hanno paura di essere aggrediti e rapinati” ha commentato Riccardo De Corato, storico esponente della destra milanese, sottolineando che “basterebbe mettere di notte i vigili all’interno di queste strutture”
A conferma io stessa sono passata ieri lungo il tunnel della Stazione Centrale e i clochard sono tornati, con le loro misere cose, con la rassegnazione di sempre.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano