La Salernitana contro l’Udinese non si presenta in Friuli e porta a casa l’ennesima cassetta di “pere”. 3-0 il punteggio, ma virtuale perchè stavolta i palloni in rete non arrivano dai piedi degli attaccanti friulani, bensì dal giudice sportivo che, con ogni probabilità, andrà ad ufficializzare la sconfitta a tavolino della squadra campana. Nella notte, infatti, l’Asl di Salerno conferma le 3 positività COVID riscontrate e comunica alla società il divieto di prendere parte a qualsiasi attività. Quindi non è stata disputata quella che avrebbe potuto essere l’ultima sfida in Serie A della Salernitana. Nella giornata in cui si è svolto il Consiglio Federale, che non ha concesso proroghe alla scadenza del 31 dicembre per la cessione della società campana, si è vissuta una serata surreale alla Dacia Arena di Udine. Udinese e arbitri hanno atteso 45 minuti negli spogliatoi prima di decretare l’assenza della squadra ospite.
Negli altri 2 anticipi, altro mezzo passo falso per l’Atalanta che non riesce a sbloccare la partita col Genoa. La trasferta in Liguria era attesa come prova di riscatto per gli uomini di Gasperini, dopo l’inattesa batosta casalinga patita contro la Roma. Ma il campo ha detto che i nerazzurri non hanno ancora smaltito del tutto la “bambola”, trovando inoltre un Genoa molto combattivo e pronto a chiudere ogni varco agli avversari. L’Inter potrebbe andare a +9 ma, soprattutto, ora i bergamaschi dovranno guardarsi dietro dal ritorno di Juventus (a -4 dopo la vittoria sul Cagliari), e Roma. È bastata una piccola crepa per rompere le convinzioni dell’Atalanta che ha segnato solo un gol nelle ultime due gare, con un brutto 0 contro il Genoa che è una delle peggiori difese del campionato. Come se non bastasse ci si mette anche l’infortunio diZapata. Insomma, questa pausa arriva nel momento migliore per poter ricaricare le batterie in vista del 2022 e capire se questa Atalanta potrà davvero vincere qualcosa o se sarà solo una bella realtà, ma poco vincente.
Ultimo incontro del martedì, Juventus-Cagliari, scrive 2-0 sul tabellino per i gol di Kean e di Bernardeschi, ma lo svolgimento della partita racconta di una vittoria strappata grazie a colpi individuali, più che con azioni corali organizzate. Il Cagliari infatti, soprattutto nella parte centrale del secondo tempo, ha trovato modo di far soffrire la squadra di Allegri andando vicinissimo al pareggio con un paio di occasioni clamorose, prima di subire il raddoppio a pochi minuti dal termine. Il match si fa incandescente al ritorno dagli spogliatoi: prima Alex Sandro, Morata e Bernardeschi spaventano Cragno, poi Dalbert e Joao Pedro si divorano il pareggio a pochi passi da Szczesny. All’84’ quindi, Bernardeschi può sigillare i tre punti; break vincente di Kulusevski, che serve l’azzurro in posizione defilata: il suo diagonale non lascia scampo a Cragno. I bianconeri mantengono la porta inviolata per la quinta delle ultime sei uscite tra Serie A e Champions, e si affacciano al 2022 con moderato ottimismo.
Reazione d’orgoglio del Bologna che, dopo tre sconfitte consecutive, ritrova il successo imponendosi 3-0 sul Sassuolo al Mapei Stadium di Reggio Emilia, nel derby emiliano. Successo meritato quello strappato dai rossoblù di Mihajlovic che, dopo un avvio di gara piuttosto timido, crescono col passare dei minuti e stendono i neroverdi con un uno-due nel primo tempo firmato da Orsolini (36′) e Hickey (44′). Al 94′ Santander cala il definitivo tris. Pomeriggio da dimenticare per il Sassuolo di Dionisi, poco incisivo dalla metà campo in su e più in generale non brillante come al solito. Berardi e compagni non perdevano in campionato dal 7 novembre scorso (2-3 a Udine).
La Lazio chiude il 2021 vincendo sul campo del Venezia e trovando la seconda vittoria consecutiva in campionato. Al Penzo termina 2-1: vantaggio immediato di Pedro, pareggio alla mezz’ora di Forte (primo gol in Serie A) e gol partita di Acerbi, in avvio di ripresa. All’ultimo secondo, con i padroni di casa in dieci per espulsione di Tessmann, Luis Alberto chiude il match. Senza Immobile, alle prese con il Covid, gli uomini di Maurizio Sarri non impressionano ma trovano tre punti importanti contro un buon Venezia, che però resta a secco dopo due pareggi consecutivi: il Genoa, terz’ultimo, è ora dietro in ritardo di sei lunghezze. La Lazio si porta a 31 punti: l’Atalanta, quarta, è a +7.
L’Inter non perde né il passo né la pazienza, e in una partita già in partenza data per difficile, batte 1-0 il Torino a San Siro, timbra un fantastico settebello (7 vittorie consecutive) e chiude il girone d’andata, e il 2021, con l’ennesima vittoria (14 su 19 in campionato). La truppa di Inzaghi scappa a +7 su Napoli e +4 sul Milan, entrambe in campo immediatamente a seguire. Decisivo il gol di Denzel Dumfries al 30° del primo tempo, il Torino si rende pericoloso in più di una occasione e in particolare con un tiro di Pjaca al 18′ rasente il secondo palo alla sinistra di Handanovic, che può solo guardare sudando freddo. Appena un minuto più tardi, risponde l’Inter che a sua volta va ad un passo dal 2-0 con Bastoni, su servizio di Perisic: il difensore si fa precedere di un soffio da un avversario che mette in angolo. Nel finale, ancora Sanchez (sostituisce Lautaro al 70′) riceve un buon pallone da Sensi, ci prova, scheggia il palo esterno e palla fuori. Ottava sconfitta in campionato per il Torino di Juric, che continua nel suo rendimento altalenante ma comunque chiude il girone d’andata a ridosso delle prime 10. Considerando le premesse, i piemontesi possono essere soddisfatti.
Gara poco spettacolare quella dell’Olimpico tra Roma e Sampdoria, segnata dall’infortunio subito nei primi minuti da Abraham: l’inglese, toccato duro alla caviglia, ha stretto i denti salvo arrendersi in avvio di secondo tempo. Roma a lungo in difficoltà di fronte all’organizzazione difensiva della Sampdoria, così le uniche occasioni del primo tempo sono proprio per Abraham, che sfiora la rete in avvio di destro prima di infortunarsi e di testa al 35’. Il match si vivacizza nel secondo tempo: in avvio palo di Candreva (il quarto in stagione per l’ex interista) dopo una mischia, poi Felix, appena entrato per Abraham, esalta i riflessi di Falcone, sostituto dell’infortunato Audero. Mourinho manda in campo Shomurodov per Viña e l’uzbeko ex Genoa sente aria di derby sbloccando il match al 27’’ dopo un rimpallo in area: per Shomurodov è il 10° gol in Serie A, il quinto dopo essere partito dalla panchina. Immediata la reazione della Sampdoria che pareggia al 35’ con Gabbiadini, lesto nel raccogliere un pallone respinto dal palo dopo un tocco di Quagliarella, appena entrato al posto di Caputo. La squadra di Mourinho fallisce la terza vittoria consecutiva e il conseguente salto di qualità in classifica.
Nella fredda serata del Bentegodi, tra Verona e Fiorentina matura un pareggio (1-1) che non accontenta nessuna delle due. Un Veronain piena emergenza difensiva domina per un’ora di gioco, ma non riesce a ) chiudere il match, e Castrovilli vanifica gli sforzi gialloblù all’82’. All’11’, un ispirato Faraoni colpisce il palo da posizione defilata, ma per il vantaggio veneto è solo questione di tempo: al 17’ Caprari ricama per Lasagna, che sul filo del fuorigioco infila Terracciano. A quel punto, la Fiorentina di Italiano rischia di affondare in balìa dei contropiedi gialloblù, che rischiano di raddoppiare. Simeone tuttavia, spreca un facile tap-in alla mezz’ora.
Il Milan chiude al meglio il girone d’andata conquistando 3 punti molto pesanti contro l’Empoli. Rossoneri in vantaggio dopo 12 minuti, grazie a un mancino di Kessié servito da una preziosa sponda di Giroud. I toscani pareggiano subito con un tiro al volo di Bajrami, e hanno l’occasione per il vantaggio al 37’ con Pinamonti, che si trova di fronte un super Maignan. Prima dell’intervallo, ancora Kessiè mette in rete con un sinistro sotto le gambe di Vicario, che si riscatta su Giroud in pieno recupero, evitando il tris. In avvio di ripresa la traversa clamorosa di Bajrami grazia la squadra di Pioli, che prende il largo al 63′ con una punizione di Florenzi , il cui tiro aggira una barriera posizionata male da Vicario. Theo Hernandez sfrutta un’altra amnesia difensiva per fare 4-1, prima del rigore di Pinamonti (per mano di Bakayoko) che chiude i conti. Milan al secondo posto, staccato il Napoli.
E a Napoli contro lo Spezia, la più partita più facile sulla carta per gli azzurri di Spalletti si trasforma in una incredibile terna di sconfitte casalinghe, e a giovarsene sono il Milan e soprattutto l’Inter, che vincendo le rispettive partite staccano il Napoli di 4 e 7 punti. Lo Spezia porta a casa 3 punti d’oro, non tanto perché in partenza non preventivati, quanto perché intascati senza colpo ferire in virtù di un’autorete (J.Jesus). Scherzetto che gli era già riuscito proprio nello scorso campionato, una vera e propria bestia nera, che allontana ulteriormente gli azzurri dal sogno scudetto e li costringe a chiudere il 2021 al terzo posto. Finisce 0-1, é una partita stregata per il Napoli, che specialmente nella ripresa crea più volte i presupposti per il pareggio (doppio gol annullato a Lozano e Petagna, salvataggio sulla linea di Erlic sul messicano, più di un intervento di Provedel, traversa di Elmas al quarto minuto di recupero) senza mai trovarlo. Ma lo Spezia di Thiago Motta, sempre in odore di esonero con Maran e Giampaolo a far ombra sulla sua panchina, non ruba nulla: gioca un primo tempo organizzatissimo, vive una ripresa di sofferenza e alla fine festeggia un successo insperato e stupefacente. Per il Napoli, invece, saranno un Natale e un Capodanno amarissimi. E le due milanesi ringraziano.
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