Tutto come prima, tutto peggio di prima. Passati i primi cento giorni di mandato nessuno ha inteso festeggiare. Sala in testa. Ieri in Consiglio Comunale, in particolare sul tema sicurezza, ha anzi dovuto riconoscere che la situazione non è delle migliori. Solo che, nelle migliori tradizioni della sinistra, quando qualcosa non funziona la colpa deve per forza essere di qualcun altro. Ma vediamo una panoramica fattaci da Franco Vassallo, sindacalista e attento osservatore delle cose milanesi:
“Cento giorni sono passati. Cento giorni di annunci, cento giorni di violenza e cento giorni di scaricabarile. Un inizio che, purtroppo, temo rifletterà il resto del mandato. Per motivi che vengono da lontano e purtroppo in campagna elettorale non siamo riusciti a spiegare bene come avremmo dovuto. Facciamo un passo indietro.
Milano ha urgente bisogno di fare il tagliando. Le ultime grandi manutenzioni si devono ad Albertini e Moratti. Sono dieci anni che la città non viene tirata a lucido. Se proprio vogliamo essere generosi, possiamo dire che il centro è stato sistemato in occasione di Expo. Ma finita là. La periferia ha visto sporadiche iniziative, ma dalle case popolari alle strade, l’abbandono è sempre più evidente. Solo che anche quando si poteva intervenire in stile Meneghino, cioè con i denari dei privati, le ultime due giunte hanno preferito passare. L’esempio dello stadio di San Siro è evidente. Il risultato è un immobilismo che ha potuto rompere solo Draghi col il PNRR.
E i soldi arriveranno, ovviamente. Come arriveranno i soldi per le Olimpiadi Invernali. Solo che nel frattempo tutto è fermo. Tutto tace. Chi invece non si ferma e non tace sono le baby gang. Questi figli del lockdown stanno rendendo la vita impossibile ai nostri figli e soprattutto alle nostre figlie. Si pensi agli episodi la notte di Capodanno. O all’aggressione all’agente in borghese, disarmato da un gruppo di ragazzini. Episodio sul quale si spera faccia luce fino in fondo la magistratura. O ancora il ragazzo gambizzato a San Siro.
Milano, così concentrata sull’accogliere e integrare i figli degli ultimi arrivati, ha un evidente problema a proteggere quelli dei penultimi e dei primi. E purtroppo in queste vicende il messaggio che passa nelle strade è importante. Se si dice che Milano non vuole i soldati in strada e crede che il posto della polizia, locale o meno, siano le caserme i risultati sono inevitabilmente questi. Lo abbiamo sempre detto, ma forse non abbastanza. Tragicamente, anche noi tacciamo ad urlare sono le pietre.”
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,