L’evitabile pippone sanremese sul razzismo era inevitabile. Questa volta per bocca di una certa Lorena Cesarini (sfido chiunque a dire chi sia costei) che ci propina una lagnosa lista di banalità sul colore della sua pelle. La signora dalla lacrimuccia facile, prevedibile come l’ennesima minchiata di Scanzi o di Montanari, si scandalizza di quanti credono che sia stata invitata a Sanremo perchè nera.
Infatti, se fosse stata chiamata per merito, talento, carisma, simpatia o bravura, avrebbe potuto essere bianca, nera, gialla, rossa, a strisce gialle e blu, che nessuno avrebbe aperto bocca. Com’è assolutamente ovvio e naturale. Invece la signora Cesarini, che non sembra brillare per particolari qualità se non per quella, dichiarata da lei stessa, di avere bisogno di pubblicità (per carità, non si pretendeva che fosse Whoopi Goldberg o Halle Berry), si è prestata a fare da megafono, e quindi ad essere strumentalizzata, dalla untuosa e ipocrita narrazione nazional-popolar-politicamente-corretta-arcobaleno che spara accuse di razzismo (o fascismo, che è un sostanziale sinonimo) a ogni battito di ciglia verso chiunque non si adegui al viscido pensiero unico planetario. E soprattutto, quando non esiste alcun motivo reale per evocarlo, bisogna crearlo ad arte, come dal palco di Sanremo. Ma la retorica patinata del razzismo a tutti i costi è il nuovo oppio dei popoli, che riempie le bocche sguaiate e volgari della bella gente che conta. E’ il più becero conformismo vestito da rivoluzione. D’altra parte negli anni sessanta lo diceva il grande Andy Warhol: “Le masse vogliono apparire anticonformiste, così questo significa che l’anticonformismo deve essere prodotto per le masse”. Profetico.
Post FB di Sergio Gaddi
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Mamma mia, mamma mia, mamma mia.
Ogni anno ci tocca la purga sanremese. Cantanti da osteria spacciati per usignoli, sgrammaticate ed insipide canzonacce, mal disposti ospiti vip questuanti pingui cachet, polemiche artatamente costruite per alzare l’altrimenti moscio ascolto (e non solo quello…), e alla fine raffiche di contro informazione anti festival. Che nooooia.