Buonismo alla Lamorgese: con il legno dei barchini produrrà violini, mentre gli sbarchi ci soffocano

Attualità

Il buonismo che ti spara al cuore per rimorsi  che a ben vedere razionalmente sono ingiustificati diventa immagine straziante, intreccio utopico con la carità ed è questa la carta vincente di una Lamorgese in balia di un fenomeno immigratorio che non finisce mai, né rallenta.

Il fatto: sono in arrivo a Milano dieci barconi, scelti fra le centinaia di quelli approdati a Lampedusa, dopo aver trasportato migranti. Diventeranno materiale per costruire viole, violini e violoncelli da prestare a orchestre nazionali e internazionali, in vista della costituzione di una nuova Orchestra del mare. Con quali sonorità non si sa, ma c’era una volta un certo Stradivari che usava i celebri abeti della Val di Fiemme. Altri tempi, altro orecchio musicale. Sempre per parlare di fatti pare che la preoccupazione compiaciuta della ministra sia questo riutilizzo a fronte di 3400 migranti  solo da inizio anno che indisturbati, clandestini o no, a volte già pregiudicati, altri positivi, non si sa con quali diritti, che sbarcano portando i porti interessati al collasso.

Altro fatto:  ieri, a Milano,  l’arresto di 10 extracomunitari trafficanti di migranti che facevano parte di due diverse organizzazioni criminali.

“Sono molto emozionato di essere riuscito a far andare avanti questa iniziativa, assieme a molte altre persone, che si sono date da fare per aiutarci, a partire dal ministro Lamorgese. Sono stato ieri a Lampedusa e ho visto uno sbarco di persone migranti. Ho toccato le loro mani gelate. Tremavano dal freddo e c’erano bambini. Ho pensato: se un politico usa queste persone, parlando di respingimenti, per avere voti, è da cacciare dalla politica. Di fronte a questa umanità si deve tacere e fare i conti con noi stessi”, spiega Mosca Mondadori, autore con altri del progetto. La considerazione politica così tranchant mi sembra inopportuna, lo sguardo unidirezionale che non considera come è ridotta la comunità di Lampedusa, una non visione complessiva, una non volontà di analizzare il fenomeno migratorio.

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