Maisto: Carceri con sovraffollamento, malattie psichiche, povertà”

Attualità

Francesco Maisto, garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano, ieri nel corso della sottocommissione consiliare Carceri.

“Abbiamo un fenomeno di sovraffollamento di ritorno che richiede spazio all’interno delle carceri per realizzare le misure anti Covid. In Lombardia, mentre nel 2019 erano detenute 7.397 persone, nel 2020 sono state ristrette 6.084 persone. Quindi sono state ristrette 1.313 persone in meno. A questo si correla il dato delle misure alternative: nel 2019 erano 1.971 le persone sottoposte a misure alternative, che sono salite a 3.316 nel 2020, ovvero 1.345 persone in più. Questo significa che si può operare diversamente. Durante la pandemia si è operato nella legittimità: perché non si può continuare in questo modo anche senza che ci sia il Covid? Bisogna lavorare per operare diversamente per evitare il sovraffollamento che oggi comporta anche il problema dei contagi”. Lo ha detto Francesco Maisto, il garante dei diritti delle persone detenute oggi nel corso della sottocommissione Carceri del Comune. Tra le carceri milanesi, Maisto ha citato il Beccaria: “Dopo anni di grande criticità e di grande difficoltà, il Beccaria aveva avuto avuto poi un periodo ottimo in cui ci sono stati grandi investimenti ed è balzato anche come eccellenza rispetto ad altri Ipm di tutta l’Italia. Purtroppo oggi ci sono grossi problemi , tra cui il sovraffollamento perché su 31 posti disponibili alloggiano 38 minorenni, è vero anche che questo dipende dal fatto che tutta una parte dell’edilizia del Beccaria è in ristrutturazione, purtroppo però bisogna segnalare che questa ristrutturazione va avanti da anni. il sovraffollamento al Beccaria ha comportato purtroppo il trasferimento dei minorenni in istituti penali minorili lontani da Milano come ad Airola”. A Milano Opera, invece, “su 906 posti sono presenti 1164 detenuti. Oltre a problemi strutturali come infiltrazioni di acqua e umidità e le sbarre con schermature a reticolo troppo fitte”. Mentre a San Vittore “sono presenti 928 detenuti su 800 posti letto disponibili”. A Milano Bollate su 1251 posti ci sono invece 1.340 detenuti. “Per l’Icam, l’istituto a custodia attenuata in via Melloni, dove attualmente sono ristrette due mamme con due bambini, si segnala la questione della convenzione tra l’amministrazione penitenziaria e la città metropolitana che è scaduta ormai da tempo. E l’altro grosso problema sono i lavori di riscaldamento e manutenzione perché fa freddo nell’Icam via Melloni.  

Il carcere oggi si caratterizza per una povertà estrema. Nelle carceri rimane la distinzione tra lavoranti e lavoratori. I lavoranti lavorano alle dipendenze dell’amministrazione, ma non sono veri lavoratori. Quindi se abbiamo dei lavoratori questo è dovuto alle cooperative che offrono contratti di lavoro. A Bollate abbiamo 166 persone ammesse al lavoro tramite l’articolo 21, 41 sono in semilibertà, 318 ai lavori domestici (ovvero i lavori che riguardanoi servizi relativi alla gestione quotidiana dell’istituto, ndr), 150 sono i lavoratori delle ditte esterne. A San Vittore ci sono 268 lavoratori domestici, a Opera 63 persone ammesse al lavoro ai sensi dell’art. 21 e 277 lavoratori domestici”. Lo ha fatto sapere il garante dei diritti dei detenuti Francesco Maisto, intervenendo oggi nel corso della sottocommissione Carceri del Comune.
“Una delle questioni che andrebbero affrontate è quella del Naspi (l’indennità di disoccupazione) che ancora oggi purtroppo non viene riconosciuto dall’Inps per cui pendono ancora delle cause davanti al giudice del tribunale di Milano per fare in modo che ci sia questo adeguamento. C’è poi la questione della riduzione delle ore lavorative o della presunta corrispondenza tra le ore lavorate e le ore pagate. “Il  carcere di San Vittore sembra un manicomio. Ci sono detenuti con patologie psichiatriche a regime ordinario, c’è stata la chiusura del Centro di Osservazione Neuropsichiatrico e i detenuti psichiatrici sono collocati nei reparti comuni seppure ci sia la sezione dei monitorati psichici. Ulteriore fattore è la mancata copertura degli esperti psichiatrici h24 e la scopertura dalle 16 del pomeriggio e fino al giorno dopo”.  “Il problema più grave nelle carceri è la carenza di assistenza psichiatrica. Un’analisi statistica del Prap della Lombardia, da cui emerge la grave problematica delle aggressioni al personale in servizio. Dal primo gennaio del 2015 al 31 aprile del 2021 c’è stato un crescendo del fenomeno di aggressioni al personale. In particolare il 2020 è stato l’anno peggiore finora e il 2021 ha già fatto segnalare un trend che se è confermato porterebbe il dato al doppio rispetto al 2019 e al triplo rispetto al 2015. Abbiamo quindi un impatto dei disturbi psichiatrici decisamente importante rispetto alla difficile gestione dei conti e viene da più parti rappresentata. A livello regionale siamo intorno alle 880 persone portatrici di patologie psichiatriche: sono 672 le patologie vere e proprie, mentre i disturbi del comportamento sono 208. La situazione del covid ha inciso sicuramente all’interno degli istituti di pena”. 

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