L’attore William Hurt è morto all’eta’ di 71 anni. Lo ha annunciato la sua famiglia ai media statunitensi. Hurt vinse un Oscar per ‘Il bacio della donna ragno’ (1985). E’ stato anche il volto indimenticabile del ‘Grande freddo”, di “Figlio di un dio minore”, “Turista per caso”.
Ma Hurt, scomparso prematuramente per un cancro alla prostata contro cui lottava dal maggio 2018, restera’ l’attore americano capace di passare da registri drammatici a ironici, dalla commedia al noir, mantenendo sempre un’aria misteriosa da agente della cortina di ferro. Sex symbol cerebrale e star del cinema, Hurt dagli anni ’90 diede una svolta alla sua carriera alternando partecipazioni sul grande schermo a progetti televisivi come il fortunato personaggio della gola profonda nella serie tv “Damages”.
Ma elencare i suoi lavori è esercizio impegnativo: ha partecipato a piu’ di settanta film, dal primo, “Stati di allucinazione”, regia di Ken Russell, del 1980, all’ultimo, del 2021, “Black Widow”, di Cate Shortland, storia di spionaggio in cui Hurt aveva recitato assieme a Scarlett Johansson. In mezzo, mise la firma su film culto come “Brivido caldo”, “Dentro la notizia”, “Lost in Space” e l’ipnotico “The Village”, di Night Shyamalan. Proprio questa capacità di passare da una storia a una diametralmente opposta aveva reso Hurt quasi un mito vivente sul set.
“E’ con grande dolore – ha scritto il figlio, Will – che la famiglia Hurt piange la scomparsa di William, padre adorato e attore vincitore di Oscar, una settimana prima del suo 72esimo compleanno”.
Dalla teologia al dio Hollywood
Nato il 20 marzo del 1950 a Washington, figlio di una dipendente di Time, Claire Isabel, e di un burocrate, Alfred Hurt, i genitori di Hurt si separarono presto, e la madre si risposò con Henry Luce III, il figlio dell’editore di Time. L’ambiente elitario finì per formare William, che studiò teologia all’università prima di scegliere di fare l’attore. La svolta arrivò proprio con “Stati di allucinazione”, dove Hurt si cimento’ nel genere horror. Appena un anno dopo raggiunse un altro livello come controprotagonista di Kathleen Turner in “Brivido caldo”, noir erotico. Molti lo ricordano come il gelido protagonista di “Gorky Park”. L’attore americano, nonostante fosse molto richiesto, non ha mai fatto della sua vita una passerella. “Sono una persona molto riservata – aveva confessato nell’89 al New York Times – e ho diritto a esserlo. Non ho mai detto che siccome sono un attore puoi rubare la mia vita privata, non puoi rubare la mia anima. Non puoi”. “E’ morto serenamente – ha dichiarato il figlio – tra i suoi familiari”.
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