Ance Lombardia: cantieri a rischio chiusura per caro materiali: costruttori chiedono interventi

Lombardia

“L’aumento dei prezzi dei materiali e dell’energia sta compromettendo la ripresa del settore delle costruzioni” tanto da rischiare “di fermare tutti i cantieri pubblici e privati, che dovranno chiudere per carenza di materie prime”. Lo ha scritto in una nota Tiziano Pavoni, presidente di Ance Lombardia, che denuncia costi ormai “fuori controllo”. “Si pensi ad esempio al settore stradale, che prima di altri ha lanciato l’allarme, con imprese e impianti di produzione del conglomerato bituminoso vittime dei continui aumenti del costo del bitume e dei prodotti energetici” ha evidenziato il rappresentante dei costruttori lombardi. “Il caro energia ha rapidamente aggravato una situazione già critica, che interessa tutti i cantieri – ha continuato Pavoni – rendendo difficile la sopravvivenza economica delle imprese. I maggiori costi e la mancanza di materiali, primo fra tutti il ferro, obbligheranno a breve a chiudere i cantieri”. Per contrastare il caro prezzi ed evitare la chiusura dei cantieri, Ance Lombardia chiede alla Regione Lombardia interventi urgenti, tra i quali quello di sollecitare il Governo a prevedere la possibilità di riequilibrio delle condizioni contrattuali dei lavori pubblici e privati, sia in termini di costi che di tempi, anche mediante proroghe nella concessione dei contributi pubblici. L’obiettivo è quello di adottare il modello francese e spagnolo di revisione dei prezzi, che consiste nell’aggiornamento automatico dei valori consentendo di adeguare immediatamente gli importi contrattuali alla situazione di mercato, oltre a quello di rivedere il meccanismo delle compensazioni per gli appalti in corso con lo scopo di accelerare i ristori e aumentare le risorse finanziarie per i maggiori costi sostenuti per prodotti petroliferi e derivati. Per gli appalti in corso, secondo Ance, occorre comunque riconoscere un incremento immediato del 20% all’emissione dello Stato di Avanzamento Lavori. 

Tra le richieste c’è anche quella di procedere ad una revisione urgente ed effettiva del prezzario regionale, lontano dai valori di mercato a causa dei repentini aumenti dei costi, riconoscendo un aumento del 20% dei prezzi di tutte le lavorazioni e attorno al 40% per quelle contenenti bitume. Ance vorrebbe anche che la Regione chiedesse alle Stazioni Appaltanti pubbliche presenti sul territorio regionale di adeguare i prezzi delle opere in progettazione per tener conto dei rincari, prima di indire le procedure di gara e di vietare loro di mettere a gara progetti con costi ribassati rispetto a quelli previsti dal prezzario regionale. I costruttori vorrebbero poi far sollecitare le Stazioni Appaltanti pubbliche presenti sul territorio regionale, per i contratti in corso di esecuzione ed in attesa di provvedimenti governativi, ad adoperarsi affinché trovino unitamente alle imprese esecutrici accordi negoziali anche extra Codice dei Contratti pubblici, per far fronte all’emergenza contingente data dal caro materiali e dalla loro carenza nella distribuzione e dal caro energia e gas. Per Ance serve inoltre una ricognizione straordinaria delle opere in fase di progettazione, al fine di valutare se le risorse stanziate sono sufficienti o se sia necessario riprogrammare gli interventi meno urgenti. C’è poi la richiesta di ammortizzatori sociali che sostengano le imprese e i lavoratori in questa fase per fronteggiare eventuali situazioni di sospensione dell’attività lavorativa, oltre alla rateizzazione del versamento di oneri e contributi, anche ricorrendo ad una speciale cassa in deroga di settore. Ance chiede infine alla Regione di pensare a politiche di sistema, anche di livello regionale, per il settore delle costruzioni volte a sostenere le esigenze di liquidità delle imprese a seguito degli aumenti dei prezzi, quali il ripristino delle moratorie e la concessione di garanzie pubbliche per i finanziamenti alle imprese, e ad agevolare investimenti da parte delle imprese in beni materiali per rinnovare i processi produttivi al fine di renderli più efficienti e meno energivori e per consentire una riduzione dei costi di produzione. “Regione Lombardia – ha concluso Pavoni – è sempre stata al fianco delle imprese, ricordo durante il Covid con il maxi piano di investimenti straordinari da 3,8 miliardi di euro: sono certo che anche in questa situazione eccezionale, saprà trovare il modo di aiutare le imprese a superare la crisi”.

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