“Diciamo no al bavaglio che minaccia tutta l’Europa”. Questo lo slogan con il quale i giornalisti lombardi si sono ritrovati ieri mattina ai giardini intitolati ad Anna Politkovskaja, in corso Como a Milano, per un presidio promosso dall’Associazione lombarda dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa italiana, per denunciare che “in Ucraina, Russia e Bielorussia i giornalisti stanno pagando un prezzo altissimo al conflitto russo-ucraino e ai regimi che imbavagliano la stampa”. Alg e Fnsi esprimono “solidarietà a chi soffre per le conseguenze di questa guerra, a partire dai colleghi ucraini e dagli inviati italiani e stranieri che stanno raccontando il conflitto rischiando anche la propria vita; ai colleghi indipendenti della Russia che rischiano fino a 15 anni di carcere se parlano della guerra in modo oggettivo e che subiscono la peggiore censura degli ultimi decenni; ai giornalisti della Bielorussia, sottoposti a un regime dittatoriale che li perseguita e li incarcera, tanto che molti sono finiti in carcere come prigionieri politici, altri hanno dovuto riparare all’estero e il loro sindacato è stato chiuso d’imperio; a sostegno dei giornalisti di Moldavia, Georgia e Armenia, nazioni dove si è allungata la propaganda putiniana. Quando una guerra è in corso ne soffre l’intera democrazia e tutti dovremmo sentirci coinvolti”. All’iniziativa ha partecipato anche il Gruppo cronisti lombardi che ha voluto evidenziare come “sia giusto alzare la voce contro le minacce all’informazione e ai giornalisti ovunque, ma senza dimenticare con coerenza di sottolineare anche i limiti, le mancanze e gli ostacoli che si oppongono alla libertà d’Informazione qui da noi: un grido d’allarme non solo per la categoria, ma soprattutto per i cittadini, in un momento storico che sta evidenziando in modo palese la concretezza di questo declino”.
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