Quando si dice diritti di “serie A”: Romano (Pd), transgender, mozione per utilizzo nome elezione su documenti

Milano

Con tutto quello che succede i diritti di “serie A”, quelli che riconoscono nella Boldrini il portabandiera, quelli che vedono discriminazione in ogni dove, vengono alla luce con assoluta priorità.  La consigliera comunale del Pd Monica Romano, prima donna transgender eletta a Milano e vicepresidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili, ha depositato una mozione per l’inclusione delle persone transgender, sottoscritta anche da 11 consiglieri della maggioranza. Un atto, il primo della consigliera per evidenziare i diritti dei transgender e tutto sta ad intendersi su che cosa rappresentano le “Pari opportunità” perché ad esempio per i diritti di serie B, quelli dei portatori di handicap anche riconosciuti, detti diritti sono ben pochi e le opportunità ancora meno.

“La mozione, se approvata – spiega Romano -, impegnerà la Giunta comunale a istituire un apposito registro che consenta l’utilizzo del nome di elezione al posto di quello anagrafico su tutti i documenti di riconoscimento di competenza comunale (tessere delle biblioteche, abbonamenti per i trasporti locali, badge e documenti aziendali per i dipendenti del Comune di Milano e delle aziende partecipate). Sono inoltre previste misure per agevolare l’esercizio del diritto di voto per questa parte di popolazione, che da sempre diserta le urne a causa dei disagi provocati dalle divisione dei seggi in base al genere”.

Giusto, niente da dire, ma vorrei far presente che molti disabili non vanno a votare per la mancanza di chi dovrebbe accompagnarli.

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