“Sono stufo. Per me è abbastanza così“, ha scritto su Instagram Ivan Luca Vavassori, il 29enne che si era arruolato come volontario nelle brigate internazionali per combattere al fianco dell’esercito di Kiev. Il calciatore ha annunciato la volontà di voler tornare a casa, con una story in lingua spagnola in cui ha aggiunto:
“E’ ora di tornare a casa, non ho più la testa per andare avanti. Ho fatto tutto il possibile per aiutare. Ho messo tempo e vita a disposizione del popolo ucraino, però ora è tempo di riprendermi la mia vita“.
“Torno dove sono felice e a riprendermi tutto ciò che è mio. Le cose sono cambiate molto da quando me ne sono andato, ma sono sicuro che con l’aiuto di Dio raggiungerò i miei obiettivi“, ha continuato Vavassori, concludendo con un probabile riferimento a una donna: “E lei è al primo posto in questi”.
Ivan Luca Vavassori aveva annunciato di essere rimasto ferito negli scontri, ma una volta ripresosi, aveva comunicato la volontà di andare fino in fondo. Così non è stato per il figlio di Alessandra Sgarella.
Sua madre era molto nota: era stata sequestrata a Milano l’11 dicembre del 1997 e liberata a Locri nove mesi dopo, il 4 settembre del 1998. Il caso ha voluto che proprio nel giorno della morte, il 27 agosto 2011, i carabinieri arrestassero l’ultimo componente ancora libero della banda che aveva sequestrato l’imprenditrice milanese. Francesco Perre, di 44 anni, affiliato alla cosca Barbaro della ‘ndrangheta, condannato in via definitiva a 28 anni di reclusione. Appena dopo il rilascio, la donna e il compagno, Pietro Vavassori, avevano adottato Ivan Luca.
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