Insieme al sempre attento Franco Vassallo, già consigliere del Municipio 7, abbiamo chiesto, in collaborazione con la dott.ssa Ioanna Koutsoukou di Iulia Consulting, a cento cittadini di quella porzione di Milano cosa ne pensassero della vita nei loro quartieri. È stata un’esperienza suggestiva perché i risultati non sono stati certo scontati! Ce ne parla l’ideatore dell’inchiesta, Franco Vassallo appunto:
“Dopo sei mesi dalle elezioni comunali, con la vittoria netta e senza appello di Sala e della sua ossessione per le periferie ho deciso di interrogare cento amici, di ogni età e collocazione politica, sulla situazione generale. Ovviamente non pretendo di aver compiuto un’operazione scientificamente corretta al 100%, però anche tenendo conto degli inevitabili “errori” nella composizione del campione, i risultati sono davvero interessanti.
Intanto, per oltre i due terzi di chi ha risposto (98 su 100) a Milano si vive bene. Il 69,4% lo pensa. E non è poco. Addirittura il 43,9% dà 8 o più alla città. Questo è uno spunto importante di riflessione, soprattutto per il centrodestra: la narrazione per cui a Milano si vivrebbe male non funziona e non funzionerà mai. Guardiamola come si vuole, ma persino tra Baggio e San Siro questa idea non fa presa. Ma se si vive bene in complesso, quasi un intervistato su due dice che la sicurezza è insufficiente (47,8%). Attenzione, però: il 46,2% dà 7 o più anche alla sicurezza.
E siamo già a due pilastri che non reggono. Sì, Milano non è Lugano, ma non è nemmeno una piazza di violenti e degrado. Promossa anche la viabilità al 58%. E via un altro punto di campagna elettorale. Persino le piste ciclabili, che vengono pure bocciate dal 54% del campione, non riscuotono un plebiscito negativo (ma allora perché apre che non piacciano a nessuno? Perché il 21% dà loro un sonoro 1 su 10. E i negativi sono molto più vocali degli altri…).
Ma è del Sindaco il merito? Per il 57,6% no. Sala bocciato in maniera netta. Ma com’è possibile, si domanderà qualcuno? Beh siamo Milanesi, siamo abituati a non credere che per vivere bene ci voglia il Comune. Ci arrangiamo, produciamo e costruiamo in ottica di sussidiarietà. Quarto errore errore della nostra coalizione: non si deve promettere un Sindaco dai poteri semidivini per vincere. Primo, non ci crede nessuno. Secondo, nemmeno serve. I Milanesi si bastano da soli.
Ultima sezione e un interessante punto di riflessione. Il 23% del campione vive in una casa popolare. E non boccia MM sul riscaldamento (56%). Ma non la risparmia sulle manutenzione (69,9% dà un sonoro 1 su 10) e sulle manutenzioni (bocciata da quasi il 70% del campione). Quindi, in sostanza, il Comune non ha meriti particolari, ma dove mette le mani fa danni, come dimostrano le case popolari. Dove invece asseconda la città, ahimé questo include la voglia di piste ciclabili, i cittadini non hanno paura di dire che va tutto bene.
Non credo di essere il nuovo Mannheimer, ma da questa valutazione tra amici e conoscenti credo emerga forte l’idea che il centrodestra a Milano vinca solo se lascia retorica e scelte divisive a casa. Non è una città che si vinca chiedendo il filo spinato per strada o il diritto di girare in Suv sul sagrato del Duomo. È una città che chiede una amministrazione che la rifletta, fregandosene delle questioni politiche romane, con nomi che abbiano competenza e siano poco invasive. Ma che sulle questioni tecniche siano inappuntabili. Insomma, è l’immagine che Sala ha di sé, pur non essendolo.
Noi, invece, una volta di più, abbiamo il dovere di trovare qualcuno che nel 2026 riesca ad incarnare lo spirito di Albertini. Non sarà facile. Ma è un dovere quasi morale riuscirci.”
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,