Per 4 giorni da Cairoli a San Babila hanno fatto bella mostra un centinaio di auto e supercar: era la seconda edizione di Mimo, la rassegna di auto che sostituisce il Motorshow e che si svolge tra Milano e Monza. Decine di migliaia di persone si sono felicemente fatte i selfie e ammirato auto di ogni genere. L’esposizione non ha creato nessun fastidio essendo tra l’altro le auto ferme e a motore spento. Qualcuno che si lamenta però c’e sempre. I Verdi e i genitori Antismog hanno protestato: una città sostenibile non può ospitare una manifestazione che fa propaganda all’auto!! Alcuni consiglieri PD hanno contestato il canone di occupazione applicato… È proprio un riflesso: i seguaci della ideologia verde odiano l’auto in quanto simbolo della mobilità privata e della libertà di movimento. E oramai non si limitano a dettare politiche, peraltro inefficaci, all’Assessore di turno, pretendono addirittura che il Comune rieduchi tutti i cittadini decidendo ciò che i milanesi possono o non possono vedere. Una bella censura come quelle operate dai talebani per monumenti e simboli religiosi.
Purtroppo di fronte a questa arroganza intellettuale, nessun amministratore di Milano ha avuto il coraggio di abbattere il conformismo del pensiero unico green e di ribattere. Per sembrare moderni e progressisti molti rinunciano a contestare queste deliranti fesserie. Le auto esposte sono progresso tecnologico, innovazione ambientale (molto più efficace delle chiacchere green), sono design e ingegno italiano, sono lavoro e occupazione per centinaia di migliaia di lavoratori italiani, sono una filiera che dà ricchezza e lavoro a migliaia di piccole e medie imprese italiane, alimentando non poco il fisco nazionale. La tiritera secondo cui chi difende la libertà di movimento e la mobilità privata è un ottuso retrogrado e tutte le città stanno eliminando le auto non ha alcun fondamento scientifico.
Si dirà: sono piccoli episodi. State però attenti milanesi. E’ pericoloso non vedere i danni che determinano fanatismi e ideologie estreme. Come tutti i pensieri fondati solo su pregiudizi e privi di riscontro scientifico, gli eccessi green possono arrecare danni alla nostra qualità della vita ben superiori agli ideali che vorrebbero perseguire.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
L’imbecillità green è incredibile, come quella dell’Europa che vieta le auto a combustione dal 2035. L’elettrico è molto peggio della trazione a benzina o diiesel per visa del post vita dell’auto.