Milano tra storia e leggenda: le vecchie osterie di Milano

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E’ in queste Osterie, come quella della NOS o della MONTAGNETTA, entrambe in san Gottardo, che si potevano bere quei famosi vinelli lombardi celebrati nei versi del nostro Carlo Porta.

Parlando di osterie di Porta Cicca, non si può certo dimenticare il rinomato e famosissimo RONCHETT DI RANN. Questa osteria, giunta sino a noi, era infatti specializzata nel servire piatti a base di rane. Dal famoso risotto fino al fritto di cosce.

Raggiungibile anche per via d’acqua attraverso il Naviglio costituiva la meta di molte gite domenicali dei nostri nonni.

Verso Porta Tosa e Porta Renza troviamo l’OSTERIA di ASS famosa oltre che per la sua cucina anche per un ombreggiato gioco delle bocce. L’OSTERIA DEL PILASTRELLO era famosa invece per gli asparagi serviti con burro fuso ed uova in cereghin-

Un’altra osteria specializzata nel servire asparagi era LA CAGNOEULA della Bovisa e questo ce lo assicura niente di meno che Carlo Maria Maggi. Anzi è lui che, oltre agli asparagi, ci consiglia di assaggiar gli speciali formaggini della casa.

Visto che abbiamo parlato di asparagi ritengo giusto riportare un curioso quanto antico aneddoto

La storia ci dice che Giulio Cesare, nella sua qualità di Governatore della Gallia Cisalpina , visitò la nostra città e gli capitò naturalmente di assaggiare la nostra cucina. Invitato a pranzo con il suo seguito dall’amico Valerio si trovò davanti un bel piatto di asparagi conditi proprio con il burro fuso. Pare che Giulio Cesare gradisse molto il piatto mentre i cortigiani del suo seguito mugugnavano e si lamentavano proprio a causa di quel condimento giallo che non avevano mai visto né assaggiato. Bisogna precisare che la cucina romana, mentre conosceva ed usava l’olio d’oliva, probabilmente non conosceva il burro. Giulio Cesare stanco dei mugugni dei suoi dignitari , che osavano chiamare barbari i milanesi a causa della loro cucina, ad un certo punto se ne uscì con la frase poi diventata famosa: “De gustibus non disputandum est”. E tutti tacquero!

Ma torniamo al nostro tema

In quel di Porta Orientale ( Porta Venezia , e ricordiamo che vale sempre il discorso della collocazione delle porte nei diversi tempi) era molto famosa l’OSTERIA DELLA POLPETTA ( sembra comunque che il nome non derivi dalla omonima pietanza di carne, bensì dal cognome dei proprietari).

Questa osteria era famosa per i suoi vini frizzanti proveniente dalla Brianza e, precisamente, da Montevecchia. Questa osteria, nella seconda metà dell’ottocento era il ritrovo di tutti i giovani artisti, scrittori, poeti, musicisti che arrivavano a Milano da tutta Italia.

In Corsia dei Servi (attuale corso Vittorio Emanuele) famosissima era l’OSTERIA DEL GAMBERO ROSSO. Già attiva nel 1400 con il nome di “Hospitium Gambari” divenne famosissima nel 1800 perché, oltre che sede di un’ottima cucina, era anche terra di teatro. Qui si ritrovavano tutti gli appassionati, gli autori, gli attori del Teatro Milanese- Si potrebbe dire che il locale fosse metà osteria e metà teatro. Lo stesso Carlo Porta in un suo sonetto chiama scherzosamente i filodrammatici che frequentavano questa osteria con il soprannome di filogamber (per distinguerli dai teatranti che frequentavano un’osteria del Verzèe chiamati invece Filofuston)

E bisogna proprio dire che questa fosse terra votata al teatro perché sulla stessa area del’Osteria, una volta demolita, nacquero diversi locali destinati proprio al teatro,. dalla Sala Cattaneo, al Mediolun per finire al Trianon ed al Nazionale.

Nella stessa zona di Porta Renza, chi invece preferiva gli spiedi di uccelletti (o comunque carne allo spiedo) doveva andare all’OSTERIA DEI TRII MERLI. Qui lo spiedo era di casa e non solo all’esterno sula insegna, ma proprio all’interno sul grande camino acceso tutto l’anno.

Nella zona era famosa anche l’OSTERIA DELLA STADERA (la bilancia ad un piatto) che sorgeva proprio accanto al Teatro che aveva lo stesso nome. E che fu sede della Società del Giardino e questo ad indicare che non era certo un locale alla portata di tutti..

Da Porta Orientale spostiamoci fino a Piazzale Loreto per incontrare l’OSTERIA DEL RONDO’ celebre per il vino malvasia e gli amaretti che lì venivano serviti tanto da essere decantata dal Porta come la vera osteria milanese alla buona. In epoca più recente rispetto al tempo del Porta, c’è stato un altro personaggio milanese che qui furoreggiava, si tratta del Barbapedanna, al secolo Enrico Molaschi, il più grande cantastorie, o cantautore che dir si voglia, della nostra città. Bisogna dire che la presenza del Barbapedanna ha di fatto trasformato questa Osteria alla buona in uno dei locali piu frequentati di Milano, facendo la fortuna dei proprietari ma non del nostro cantautore che si accontentava di poco e che , il più delle volte, veniva condito via con qualche moneta e qualche fiasco di vino, cosa che del resto a lui non dispiaceva affatto.

Al Loreto era famosa anche l’OSTERIA DEI PROMESSI SPOSI specializzata sia ad organizzare pranzi di nozze, quanto ad accogliere nelle sue stanze novelli sposi in viaggio di nozze a Milano.

Se facciamo un piccolo viaggio più in periferia vale la pena di ricordare l’OSTERIA con locanda denominata CASSINA DI POMM che è arrivata fino a noi anche se non più come osteria. Questo, a dire la verità, non era certo posto per tutti. Qui infatti era d’obbligo arrivare con il tiro a quattro ( chi arrivava infatti con un calesse ad uno od anche con una carrozza a due cavalli era guardato male)

Franco Casati

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