Classi di 29, 30, 31 studenti. E’ quello che accadrà nel prossimo anno scolastico in alcuni istituti superiori milanesi. Lo denuncia il comitato A Scuola! in un comunicato diffuso in questi giorni. La scorsa settimana abbiamo affrontato la questione delle cosiddette “classi pollaio” con il provveditore agli Studi di Milano Yuri Coppi. Il quale, nel far sapere che la media degli studenti per classe è di 22,25 e ritenendo non opportuno parlare di “classi pollaio”, ha ammesso che nelle scuole superiori si possono verificare situazioni particolari, dovute al trasferimento di ragazzi da una scuola all’altra, alla presenza di ripetenti, ecc.
Proprio per evidenziare “casi” specifici A scuola! ha citato ad esempio il liceo Virgilio, il più grande di Milano, e il Casiraghi di Cinisello Balsamo: a causa dell’accorpamento di classi ritenute troppo piccole (anche con 18 alunni), alcune sezioni saranno composte persino da 31 studenti.
Classi pollaio, la protesta del comitato A scuola!
Fra le conseguenze di questa pratica c’è anche lo smembramento dei gruppi già formati negli anni scorsi. Rivolgendosi al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il comitato afferma: «Queste azioni sono totalmente incuranti: della continuità del gruppo classe (dopo due anni in DAD, dopo tutti i progetti attivati per il sostegno psicologico per i ragazzi a cui stata negata la socialità, si separano gli studenti, come fossero polli d’allevamento, una parte di qui e una parte di là); della continuità didattica; dei libri di testo a volume unico che rischiano di dover essere cambiati (aspetto tutt’altro che banale). E’ evidente a tutti – prosegue il comitato – che ragionare sui numeri della scuola in termini generali e nazionali non ha alcun senso: la realtà di città come Milano e Roma è talmente peculiare, talmente diversa, da rendere necessaria una riflessione ad hoc».
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