Ma quale agenda Draghi: il Pd si adegua a Fratoianni

Attualità

Da settimane portano avanti l’urgenza di dare seguito all’agenda Draghi, ma alla prova dei fatti i dem non riescono a prendere una posizione netta sul rigassificatore a Piombino. Anzi, non vogliono. Il motivo è semplice: evitare di creare malumori da una parte e dall’altra, nel disperato tentativo di racimolare qualche consenso sia dai favorevoli sia dai contrari. Si tratta però di una tematica cruciale per il nostro Paese, su cui il Partito democratico non intende sbilanciarsi eccessivamente per evitare un’emorragia di voti.

La melina del Pd

Fin dalla caduta del governo il Pd si è messo in prima fila per rivendicare l’agenda Draghi (che nei fatti non esiste) e per dare attuazione pratica ai punti cardine espressi dal presidente del Consiglio nel corso di questi mesi. Tuttavia le necessità espresse dal premier non sempre combaciano con quelle del Partito democratico. Un esempio è proprio quello del rigassificatore a Piombino, con prese di posizione assai diverse tra loro.

Non è possibile affermare di volere la sicurezza energetica degli italiani e poi allo stesso tempo protestare contro queste infrastrutture. Si tratta di impianti sicuri, essenziali per il nostro fabbisogno energetico, per la tenuta del nostro tessuto produttivo“, aveva ammonito Draghi al Senato poco prima dello scioglimento delle Camere. E l’altro ieri al Meeting di Rimini lo ha ribadito: “Se sarà realizzata nei tempi previsti, con i due nuovi rigassificatori l’Italia sarà indipendente dal gas russo nell’autunno del 2024“.

Un concetto espresso in maniera diretta, senza ricorrere a giri di parole e temporeggiamenti. Invece il Pd, a differenza del presidente del Consiglio, usa una comunicazione più debole senza sposare una causa ben precisa. Lo dimostra quanto affermato da Andrea Romano, che ha chiesto di introdurre una Via (la Valutazione di impatto ambientale) “in versione accelerata che dia risposte in poche settimane“.

Il deputato del Partito democratico, candidato a Livorno, ha preso le distanze da chi vorrebbe militarizzare il sito e da chi si oppone a priori. Sta nel mezzo. Altro che agenda Draghi tanto decantata fino a questo momento. Romano ritiene che si debba adottare un Decreto Piombino “solo dopo avere verificato ed escluso qualsiasi elemento di rischio per l’ambiente e per l’uomo così come dopo aver evitato qualsiasi danno al mondo produttivo e al tessuto turistico“.

Fratoianni esulta

Parole che rendono entusiasta Nicola Fratoianni, secondo cui “è da valutare e accogliere positivamente” la proposta del Pd di reintrodurre la Valutazione di impatto ambientale per l’ipotesi di un rigassificatore galleggiante all’interno del porto di Piombino. Con il sigillo del leader di Sinistra italiana appare evidente come il Pd abbia deciso di inseguire Fratoianni piuttosto che essere coerente e rifarsi a quanto convintamente detto da Draghi.

Letta nel mirino

Nel mirino non poteva che finire Enrico Letta, accusato di adottare un atteggiamento ondivago e poco chiaro nel merito della questione. A punzecchiarlo sono stati proprio i due esponenti politici con cui voleva fare asse per allargare l’ammucchiata rossa nel tentativo di mettere il bastone tra le ruote al centrodestra in occasione delle imminenti elezioni politiche.

Non capisco lo scetticismo di Letta sul rigassificatore di Piombino e non capisco neanche se è favorevole o contrario“, ha lamentato Carlo Calenda di Azione. È andato dritto al punto anche Matteo Renzi di Italia Viva: “Siamo in crisi energetica ma il sindaco di Piombino (Fratelli d’Italia) dice No al rigassificatore. Il Pd temporeggia e chiede una nuova, non prevista, valutazione d’impatto: vogliono ancora prendere tempo. Gli unici a dire ‘Sì rigassificatore subito’ siamo noi“.

Dal suo canto Fratelli d’Italia si dice favorevole ai rigassificatori ma, come sottolineato dal sindaco Francesco Ferrari, ritiene la scelta di Piombino “assolutamente sbagliata“. Di recente Ignazio La Russa si è espresso positivamente sul rigassificatore a Piombino, ma il primo cittadino ha avuto rassicurazioni dai vertici del partito di Giorgia Meloni: “La loro posizione non è cambiata, sono con me“. E su La Repubblica ha spiegato: “FdI, in linea generale, è a favore dei rigassificatori per far fronte all’emergenza energetica ma la scelta di Piombino è assolutamente sbagliata“.

(Il Giornale)

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