Si è chiuso sulle note dell’inno di Mameli il comizio della leader di Fratelli d’Italia, in piazza del Duomo a Milano. Un bagno di folla, quello di Giorgia Meloni, che ha poi concluso il suo intervento rivolgendo ai cittadini un appello al voto. “Penso che il centrodestra sia pronto, Fratelli d’Italia è pronta – ha detto Meloni – il primo punto è capire se siete pronti voi. Se siete pronti vi dovete ricordare due cose: non abbiamo ancora vinto niente, io prima combatto le battaglie quindi non ci si distrae fino al 25. Il 25 settembre tutti a votare”.
La Meloni da Milano avvisa la sinistra: “Basta toni violenti”
“E’ una campagna elettorale molto violenta da parte degli avversari, si riesce a parlare poco ai cittadini, la sinistra preferisce passare la giornata a cercare di costruire il mostro. Non hanno argomenti, è normale che parlino di noi anche se queste cose non sono normali”, ha detto la Meloni, durante il comizio in piazza del Duomo, dopo che in mattinata aveva abbracciato Matteo Salvini al Gran Premio d’Italia di Monza.
“Mi sono molto innervosita oggi, io non sto leggendo niente, non guardo i talk, vado avanti per la mia strada, continuo a parlare con i cittadini, non mi interessano i detrattori ma c’è un limite a tutto. Quel limite va denunciato. Pochi minuti fa mi imbatto in un video di una manifestazione del Pd alla quale c’era Letta plaudente con il governatore pugliese Emiliano, che dice parlando di noi ‘la Puglia sarà la Stalingrado d’Italia, qui non passeranno, devono sputare sangue’. Voglio sapere da Letta se questi si possono definire toni degni di una campagna elettorale in una democrazia”, ha raccontato la leader di FdI. Applausi dalla piazza. “Mi sono stufata dell’irresponsabilità che sto vedendo in questa classe politica – ha aggiunto Meloni – Se io smetto di far politica non hanno programmi per i prossimi 5 anni. Le fake news che sto leggendo non si contano”.
No all’inciucio in governi arcobaleno…
“Il secondo punto – ha aggiunto – è che questa legge elettorale è pessima, lo ha detto pure Letta, peccato che sia una legge del Pd proposta col voto di fiducia. Ha un solo vantaggio, è facile votare: non dovete che fare una croce sul simbolo di fratelli d’Italia. Il 25 sarete voi a dirmi se la nazione è pronta”. Poi la Meloni è tornata sul tema del possibile inciucio, tema trattato – con una teoria astrusa – anche dal direttore della Stampa Massimo Giannini, che oggi si era spinto fino al punto da ipotizzare una “convenienza” della destra a un governo di unità nazionale.
“Non c’è alcuna possibilità che Fdi partecipi a governi e alleanze arcobaleno e non c’è alcuna ragione di farlo perché abbiamo la possibilità di avere una maggioranza di centrodestra che spero esca dalle urne”. “Non vengano a parlarmi di governo di salvezza nazionale perché mi sembrano governi nel tentativo di salvare quelli che li propongono. E io non sono interessata”, ha rimarcato la leader di Fdi, che definisce “incredibili” le “ricostruzioni sugli inciuci con il Pd”.
La famiglia e l’inverno demografico da fermare
“Questa nazione è destinata a scomparire, non è un inverno demografico, è una glaciazione. Non voglio che scompaia questa nazione. Io voglio che i figli li facciano le nostre famiglie, che non siano un bene di lusso e che le madri debbano scegliere tra essere madri o avere il posto di lavoro”. Non poteva mancare, nel comizio, il tema della famiglia, che la Meloni declina in tutte le sue forme.
“Voglio l’asilo nido gratuito, voglio che il mondo dica se metti al mondo un figlio mi fai una cortesia. Andando avanti così il Welfare non regge, avremo sempre più persone da mantenere e meno persone che lavorano per mantenerle. Serve un piano di incentivazione alla natalità con le risorse del Pnrr”.
Ironia, invece, sulle accuse degli avversari. “Tutti i giorni mi dicono che Fratelli d’Italia non ha una classe dirigente all’altezza. In effetti la Azzolina non ce l’ho e neanche Toninelli e neanche Di Maio. Mi dispiace, non avrete ministri così in un eventuale governo di Fratelli d’Italia, mi scuso in anticipo”. Ed ancora, stoccate ai grillini sul reddito di cittadinanza, e a chi ha consegnato alla Ue un Paese in ginocchio. “L’Italia non è messa in una situazione facile, non va tutto bene. L’Italia che ci viene consegnata è il fanalino di coda in tutti Paesi europei”. “Non sappiamo se abbiamo sconfitto la pandemia – ha sottolineato – abbiamo i prezzi dell’energia alle stelle, rischiamo una crisi alimentare etc. Non è la congiuntura migliore per governare l’Italia in queste condizioni”.
Ma qualcosa potrebbe cambiare presto. “In Europa sono preoccupati per il governo Meloni. Con noi la pacchia è finita, ci metteremo a difendere gli interessi nazionali come fanno gli altri Paesi”, ha arringato dal palco la Meloni.
Applausi, sipario.
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