Area B è l’ennesimo insulto per chi vive nelle case popolari

Milano

Nonostante le proteste decise dall’opposizione a Palazzo Marino, tra cui uno sciopero della fame, al Sindaco non importa nulla e su Area B procede senza tentennamenti. Eppure c’è una categoria di vittime di cui si è parlato in questo contesto, ma che Franco Vassallo, già delegato del Municipio 7 alla Casa, conosce bene: gli inquilini di MM e Aler:

“Tutta la periferia soffrirà l’accensione delle telecamere, questo è un fatto ben noto” dichiara l’ex Consigliere di Municipio “Ma più di tutti gli abitanti delle case popolari. Area B si fonda sull’errato presupposto che la “Città a 15 minuti” esista già. Ma chi vive tra San Siro, via Quarti, via Saint Bon o via San Romanello sa bene che così non è. Qui le distanze si dilatano e si uniscono alle problematiche legate all’età, alla salute che viene meno, alla mobilità che si riduce. E non sempre tutto questo viene correttamente, o peggio ancora, tempestivamente, riconosciuto dallo stato. Il Milanese, come si dice da queste parti non fa il piangina, e si arrangia. O almeno si arrangiava, finché poteva usare la sua auto.

Automobile, è il caso di ricordarlo, che nelle case popolari, nelle case di periferie, in questi luoghi che ai radical chic interessano solo quando c’è da prenderci voti, non si può cambiare ogni volta che nasce una nuova moda ecologista. Greta Thunberg, a Quarto Oggiaro non sanno manco come si scriva. Il fatto è che non possono rimanere a piedi. E la graziosa concessione di potersi muovere per pochi km l’anno non allevierà il problema. Quelle distanze sono calcolate su via della Spiga, non sui viali infiniti che connettono il centro dei miliardari con le periferie dell’esistenza.

Tutto questo ricreerà una situazione da inizio novecento dove i signori, i ricchi, i magnati potranno muoversi in fretta e liberamente e i poveri dovranno affidarsi ad ATM. Che, per non sapere né leggere né scrivere, aumenta ogni quattro ani i biglietti. Tanto per togliere la voglia a chi pensi di poter uscire dal suo quartiere di vedere il Duomo. Siamo tornati allo scenario di Don Milani che spiegava che i ricchi (tipo la Ferragni) possono muoversi in aereo, mentre i poveri (tipo gli abitanti delle case popolari) sono costretti a usare la bicicletta. Con tutti gli svantaggi competitivi che questo comporta. Don Milani, in ultima analisi, aveva torto perché il mercato ha abbattuto queste disparità (si vedano i voli Ryanair). Poi è arrivato Sala. Che, come ho detto altre volte, non ha mai abbandonato il sogno giovanile della lotta di classe. Ha solo cambiato schieramento.”

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