L’Istat vede una crescita del Pil dello 0,5% nel terzo trimestre, ben più del -0,2% pronosticato recentemente dall’Upb. Crescita che si traduce nel 2,6% sull’anno, con una variazione acquisita per il 2022 al 3,9%, più del 3,3% stimato dall’esecutivo Draghi nella Nadef e più recentemente da Bankitalia. E, sia pure in via preliminare, la stima dell’Istituto di statistica ci posiziona in testa tra le economie europee: tanto che il nostro Paese cresce lo 0,2% in più della media Ue, che -secondo il dato flash dell’Eurostat -si ferma a quota 2,4%. Nonostante il dato, contrario alle attese e che lascia quindi ben sperare per la chiusura dell’anno -il governatore di Bankitalia Ignazio Visco mette in guardia sul «peggioramento delle prospettive di crescita» che «è diffuso» e sulla «natura puramente indicativa» dei dati presentati dalla stessa Banca d’Italia nel suo bollettino economico: «i rischi sulla crescita sono orientati al ribasso, non solo per il nostro Paese». Le ragioni principali restano il costo delle materie prime, la spesa per le bollette di luce e gas, e le incertezze legate alla guerra in Ucraina. II che si traduce nell’inflazione galoppante. Ed è il motivo per cui -secondo Visco -ha fatto bene la Bce a prendere la decisione di rialzare i tassi: si può discutere del «ritmo» con cui farli salire, magari procedendo «in modo graduale»: ma non ci sono «dubbi sulla direzione intrapresa», oltre che «sul fatto che il loro livello non sia ancora coerente con l’obiettivo di un’inflazione al 2%». Intanto l’Italia resta agganciata al treno della ripresa, e viaggia sui binari della crescita, anche meglio della media europea. «La fase espansiva del Pil-osserva l’Istat -prosegue per il settimo trimestre consecutivo, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno». La stima provvisoria dell’Istat «riflette dal lato della produzione un calo dell’agricoltura e dell’industria e un aumento marcato dei servizi; dal lato della domanda un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta», per via di «una crescita delle importazioni maggiore rispetto alle esportazioni». Anche della situazione economica parlerà probabilmente Giorgia Meloni giovedì, quando incontrerà a Bruxelles i vertici delle Istituzioni Ue. II Presidente del Consiglio dei Ministri, infatti, vedrà il Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola alle ore 16; il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen alle ore 17.30e il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel alle ore 18.30. Gli incontri rappresentano un banco di prova cruciale per avviare un rapporto, anche personale, con le istituzioni europee, il cui legame «naturale» con l’ex presidente della Bce e suo predecessore a Palazzo Chigi Mario Draghi si è dimostrato solido nei mesi passati.
(fonte Il Tempo)
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