Mostre a Milano: la metropoli si colora d’arte e riserva importanti sorprese per l’autunno: da non perdere l’omaggio di Palazzo Reale a Hieronymus Bosch, Raffaello e la sua Pala Oddi al Museo Diocesano, l’universo creativo di Adolfo Wildt e l’arte illuminata dei mecenati, con opere di Michelangelo, Caravaggio e Bronzino. Grande attenzione alla scena contemporanea con Japan, incentrato su corpo e performance, il sacro nell’arte di Numinoso, Milano Drawing Week e le suggestioni di Body Worlds. La fotografia e il fumetto presentano i quadri metropolitani di Manuel Cicchetti e la critica sociale di Zerocalcare. Senza dimenticare un prezioso docufilm nelle sale dall’8 novembre.
Un capolavoro per Milano 2022
La Pala Oddi di Raffaello Sanzio è la protagonista della 14a edizione di “Un capolavoro per Milano”. Eseguita intorno al 1504, è considerata l’opera di Raffaello più vicina a Perugino ed è composta da un dipinto centrale raffigurante l’Incoronazione della Vergine e dalla predella dedicata a tre episodi realizzata per l’altare della famiglia Oddi nella chiesa di San Francesco al Prato. Proveniente dalle collezioni dei Musei Vaticani, l’opera, sottoposta a un attento restauro che ha consentito di recuperare l’originale brillantezza dei colori, presenta un prezioso motivo decorativo del pavimento, ideato secondo uno schema geometrico che enfatizza la fuga prospettica aperta sul dolce paesaggio dello sfondo.
Body Worlds. Il ritmo della vita
L’esposizione offre una panoramica dell’anatomia e fisiologia del corpo umano, illustrando con un linguaggio chiaro le funzioni dell’organismo e dei vari organi, nonché le patologie ricorrenti legate alla nostra civiltà e il modo in cui insorgono. La mostra è debitrice della plastinazione, tecnica al centro della rivoluzionaria ricerca di Gunther von Hagens, lo scienziato che già nel 1977 aveva scoperto questo metodo di conservazione e che da allora lo ha costantemente perfezionato. Tutti i pezzi esposti provengono dal programma di donazione dell’Istituto di Plastinazione di Heidelberg del quale fanno parte ormai quasi ventimila partecipanti.
Il Numinoso. La tensione al sacro nell’arte italiana. Ipotesi contemporanee
“Il numinoso” indaga il senso del sacro nell’arte contemporanea attraverso una selezione di opere realizzate dagli anni Sessanta a oggi, percorso espositivo che coinvolge importanti nomi del Novecento fino alle tendenze più recenti: Vincenzo Agnetti, Stefano Arienti, Ferruccio Ascari, Francesca Banchelli, Bizhan Bassiri, Alighiero Boetti, Gianni Caravaggio, Gino De Dominicis, Amalia Del Ponte, Chiara Dynys, Lucio Fontana, Gaspare, Francesco Gennari, Arianna Giorgi, Alberto Guidato, Jannis Kounellis, Maria Lai, Sergio Limonta, Marco Andrea Magni, Piero Manzoni, Simone Pellegrini, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori, Nicola Samorì, Ettore Spalletti e Grazia Toderi. Riunendo pittura, scultura, fotografia, arte tessile, disegni e installazioni, la mostra si sviluppa fra gli spazi espositivi di Building e la Basilica di San Celso, dove alcune opere interagiscono con i suggestivi ambienti di un luogo sacro.
In mostra un centinaio di opere tra dipinti, arazzi, incisioni, sculture e volumi antichi, con una selezione di oggetti rari e provenienti da alcuni “Cabinets of curiosities”. Nel percorso espositivo spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch mai presentati insieme prima d’ora in un’unica mostra. A Palazzo Reale sarà infatti possibile ammirare il monumentale Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio, opera che ha lasciato il Portogallo solo un paio di volte nel corso del Novecento e giunge ora in Italia per la prima volta, e il Trittico del Giudizio Finale, proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, dipinto che un tenpo faceva parte della collezione del cardinale veneziano Marino Grimani.
Adolfo Wildt. Disegni e sculture
Una serie di lavori (circa quaranta disegni e alcune sculture in marmo e bronzo) che ripercorrono parte della carriera dell’artista milanese di origini svizzere influenzato dalla Secessione e dall’Art Nouveau. Tra le opere la scultura in marmo Fides, realizzata da Wildt nel 1906 su commissione di Franz Rose, il mecenate prussiano che lo sostenne per anni indirizzandolo nello stesso tempo verso uno sguardo nordico e mitteleuropeo. Realizzata immediatamente prima dei tre anni di gravissima depressione che Wildt definì “notte mentale”, Fides rappresenta uno dei primi esiti della maturità stilistica dell’artista, caratterizzata da un progressivo abbandono del classicismo del regime.
Mecenati, collezionisti, filantropi. Dai Medici ai Rothschild
Da Cosimo e Lorenzo de’ Medici a Edmond de Rothschild, fino all’“umanista” Raffaele Mattioli, protagonista della rinascita economica e culturale nel dopoguerra con le sue acquisizioni per la Banca Commerciale, molti dei mecenati e collezionisti di tutti i tempi sono stati grandi banchieri che hanno voluto consacrare la loro ascesa sociale incoraggiando gli artisti e acquistando le loro opere. L’esposizione, curata da Fernando Mazzocca e Sebastian Schütze, in un arco temporale che spazia dal Rinascimento al Novecento, presenta opere di Michelangelo, Caravaggio, Bronzino, Verrocchio, Antoon Van Dyck, Angelika Kauffmann, Hayez, Gherardo delle Notti (Gerrit van Honthorst), Valentin de Boulogne e Giorgio Morandi.
Seconda edizione dell’appuntamento annuale di Collezione Ramo che coinvolge l’intera città e prende forma in una costellazione di mostre diffuse sul territorio metropolitano. La proposta 2022 comprende il Castello Sforzesco di Milano, Castiglioni, Ciaccia Levi, Clima Gallery, Galleria Zero, Gió Marconi, Gregor Staiger, kaufmann repetto, Loom Gallery, Martina Simeti, OPR Gallery e Renata Fabbri. In mostra opere di artisti contemporanei, fra i quali Stefano de Paolis, Zoe Williams, Vijay Masharani, Carlo e Fabio Ingrassia, Dasha Shishkin, Monster Chetwynd, Lily van der Stokker, Ignacio Uriarte, Alek O., Marta Roberti, Carlo Cossignani, e di maestri del secolo scorso come Lucio Fontana, Medardo Rosso, Mino Maccari, Massimo Campigli, Giacomo Balla e Sandro Chia.
Il PAC prosegue l’esplorazione delle culture internazionali sulle tracce della contemporaneità con una mostra che propone le diverse espressioni dell’arte contemporanea giapponese degli anni duemila, concentrandosi in particolare sulle tendenze che coinvolgono i corpi degli artisti e gli elementi della performance. Il progetto riassume le attuali forme d’arte e i loro legami con le avanguardie giapponesi del dopoguerra. Partecipano Makoto Aida, Dumb Type, Finger Pointing Worker/Kota Takeuchi, Mari Katayama, Meiro Koizumi, Yuko Mohri, Saburo Muraoka, Yoko Ono, Lieko Shiga, Chiharu Shiota, Kishio Suga, Yui Usui, Ami Yamasaki, Chikako Yamashiro, Fuyuki Yamakawa.
Attraverso oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, la personale alla Fabbrica del Vapore racconta l’immaginario creativo di Zerocalcare (Michele Rech), fumettista italiano classe 1983 tra le figure più interessanti, complesse e di denuncia della scena culturale contemporanea. Ideata da Silvia Barbagallo, la mostra ripercorre le battaglie sociali dopo la pandemia, la crisi globale, il conflitto russo-ucraino, il forzato isolamento e la solitudine che ha inevitabilmente generato disgregazione e perdita di contatto con i problemi della realtà quotidianità.
Manuel Cicchetti. Tempo intermedio
Una selezione di 70 scatti, tutti in bianco e nero, curata da Denis Curti. È “Tempo intermedio”, un progetto realizzato in quattro anni di lavoro durante i quali Manuel Cicchetti (1969) ha viaggiato lungo l’Italia alla ricerca di luoghi come centri commerciali, distributori di benzina, cantieri, fabbriche, depositi, ponti, grattacieli e altri, simboli del progresso e della fortuna economica oggi necessariamente messi in discussione da una crisi globale, in cui gli esseri umani sono totalmente assenti dalla scena. «Il progresso economico e sociale ha fuso e stratificato con frequenza sempre più ravvicinata elementi architettonici e tessuto paesaggistico» sottolinea l’artista. «Tempo intermedio è quel periodo racchiuso tra le trasformazioni che si sono susseguite».
Munch. Amori, fantasmi e donne vampiro
Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, il docufilm diretto da Michele Mally (che firma anche la sceneggiatura con Arianna Marelli), approfondisce la figura di Edvard Munch, uomo dal fascino profondo e misterioso, precursore e punto di riferimento per tutta l’arte contemporanea. Il documentario è anche un viaggio attraverso la Norvegia dell’artista, alla ricerca delle sue radici e della sua problematica identità. Munch visse tra problemi psichiatrici, alcolismo e isolamento: bohémien a Kristiania, in compagnia dello scrittore anarchico Hans Jæger, del pittore Christian Krohg e donne dallo spirito libero che incarnavano una figura femminile moderna e indipendente, si spostò più tardi a Berlino, dove fece amicizia con il drammaturgo August Strindberg e si innamorò della magnetica Dagny Juel, frequentando satanisti e dottori che sperimentavano gli effetti della cocaina.
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