Il gioco delle tre case di Sala

Milano

Poche cose ti fanno capire che si avvicinano le Regionali come gli sgomberi degli abusivi da parte del Comune. Dico “da parte del Comune” non perché il Sindaco abbia alcun merito diretto (sono Prefetto e Questore ad avere competenza in merito), ma perché per potersi spostare le famiglie ci vogliono delle case… E qui scatta l’inghippo. Ce ne parla Franco Vassallo, Responsabile per le politiche abitative e decentramento del coordinamento cittadino di Milano di NOI CON L’ITALIA.

Buongiorno Principessa, verrebbe da dire a Sala. Finalmente via Bolla, dopo innumerevoli richieste da parte di Aler, ha visto rompersi il muro del silenzio e venire sgomberati gli abusivi. La rottura dello schema per cui ad alcune etnie, e sappiamo tutti a chi mi riferisco, era permesso tutto o quasi è stato rotto. Viene meno, dunque, la convenzione non scritta, ma ben presente, per cui il Comune sulle richieste di sgomberi trascinava i piedi, per molti motivi sia chiaro, non mettendo a disposizione alloggi transitori e non dando priorità alle operazioni. Questa piccola grande rivoluzione ci lascia ben sperare per altre aree meno centrali, ma non meno coinvolte dal fenomeno, via Quarti su tutte.

Tutto ciò premesso vanno specificate alcune cose. La prima delle quali è che queste persone non hanno cessato di essere ospiti della collettività, in buona parte. Sono solo state divise, nella speranza che, uscendo dal contesto di degrado, all’improvviso diventino materiale per l’Ambrogino d’oro. Mi spiace a livello umano dover dare a Sala una delusione: non funziona così. Per ottenere questi risultati si deve rigenerare tutto il contesto, non solo spostare le persone. E la rigenerazione sociale ha diverse fasi: non voglio certo semplificare il discorso, ma prima degli interventi economici ci sono quelli relativi alla sicurezza. È come intervenire su una ferita: certamente la sutura è vitale, ci mancherebbe, ma prima bisogna disinfettare. E non limitarsi all’area coinvolta, ampliando l’opera anche ai contesti vicini.

Per questo, per evitare altre via Bolla e salvare via Quarti bisogna rigenerare la periferia, ridando libertà di movimento ai suoi abitanti, che se costretti a vivere a 15 minuti dalle discariche abusive, agli occupanti abusivi, allo squallore e al crimine di sicuro non riusciranno ad uscire dai circuiti che generano il degrado. Quindi via Area B, per capirci. Abbassare i costi dei trasporti pubblici. Curare strade e manutenere il verde. Usare i ghisa non solo per le multe, ma anche per il controllo del territorio. Nulla di rivoluzionario e nulla di eccitante: solo buona amministrazione e tanto, tanto, buon senso.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.