Cantieri infiniti: il caso di Piazza Castello

Fabrizio c'è Milano
Una delle più gravi e acclarate lacune  del governo di questa città è la cura e, di conseguenza, la durata dei cantieri.
Camminando per Milano sembra che non vi sia un responsabile dei lavori pubblici. Sembra che nessuno abbia l’autorità e il compito di far rispettare i tempi e persino il decoro dei cantieri.
Potremmo fare esempi grandi e piccoli, dalla metropolitana M4 alle ciclabili. Ma vogliamo concentrarci su un’opera fortemente voluta dalla sinistra, un intervento che doveva essere il simbolo del cambiamento: Piazza Castello. Perché se non si riesce a chiudere un’opera simbolo su cui hanno messo la faccia Sindaci e Assessori, figuriamoci che succede nei cantieri meno noti.
A 9 anni dalla decisione di chiudere e pedonalizzare piazza Castello e il vicino Largo Beltrami siamo ancora al cantiere abbandonato, alle recinzioni senza nessuno che lavora dentro.
Superfluo tornare sulla inutilità dell’intervento: piazza Castello era un luogo poco animato prima e lo è ancora oggi, l’intervento ha solo congestionato il traffico attorno a Foro Bonaparte e via Cusani e creato un parcheggio per autobus turistici sul lato destro. Ma Sala ha vinto le elezioni 2 volte e quindi è  legittimato ad andare avanti con la sua idea.
Il problema è che le idee e i progetti tardano a diventare  fatti. E’ un mistero come possa impiegarci tanti anni per  un semplice progetto di ripavimentazione stradale e la piantumazione di qualche albero.
La pedonalizzazione della piazza poteva essere realizzata in 2 mesi, mentre invece a 8 anni dalla chiusura, dopo vari interventi e obbrobri temporanei, i residenti devono ancora convivere coi disagi di un cantiere.
Ma il Sindaco e gli Assessori non controllano mai l’andamento dei lavori? Banalmente, Sala non è mai passato da Largo Beltrami, da anni oramai ostaggio di recinzioni senza apparenti lavori?
Certo che nonostante sia stato un manager, il controllo dei tempi dei cantieri appare veramente l’ultima preoccupazione del Sindaco.

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