D’accordo, i mezzi pubblici, le strisce blu, gli impianti sportivi, le mense scolastiche: che il 2023 sia l’anno dei rincari, a Milano, è chiaro a tutti. Ma giusto per non fare torti a nessuno il Comune ha deciso di tassare anche i milanesi che non ci sono più. In altre parole: chi è morto.
È tutto nero su bianco in una determina dell’Area Servizi Funebri e Cimiteriali. La chiamano «rivalutazione annuale delle tariffe comunali» e si basa sul regolamento dei cimiteri di Palazzo Marino che fa riferimento «all’indice dei prezzi al consumo determinato dall’Istat». Diventa proprio caro…l’estinto. Dal prossimo primo gennaio gli importi dei servizi cimiteriali saranno ritoccati verso l’alto: il rincaro è presto servito. E andràa gravare sui bilanci famigliari, già compromessi dalla crisi sanitaria e da quella economica. Nessuna pietà. Nemmeno per chi si trova a fare i conti con un lutto.
Ma andiamo con ordine. Tutte le voci sono interessate dai rialzi, nessuna esclusa. A partire dalla vestizione della salma che passerà dai 131,60 euro del 2022 a 146,08 euro nel 2023, per proseguire con la cremazione che invece passerà da 286,63 a 318,16 euro. E l’esumazione? Se fino a quest’anno si pagavano 155,18 euro, tra una decina di giorni si salirà a 172,25; per non parlare dell’esumazione e dell’estumulazione straordinarie che da 221,19 euro saliranno a 245,52 euro). Ma anche tumulare le ceneri o i resti dei propri cari costerà di più: non più 149,36 euro come finora ma 165,79 da gennaio. Aumenteranno anche gli indennizzi e i rimborsi spese per i segni funebri (da 179,50 euro a 199,25), la dispersione delle ceneri nei cimiteri (da 105,86 euro a 117,50) e anche le sepolture nella cosiddetta «fossa islamici» (da 143,60 euro a 159,40).
TRISTE PRIMATO
Il record, però, spetta di diritto ai sarcofagi con catacomba a botola e colombari, ovvero il “nicchione”. Nel 2021 costava 76.000 euro, quest’ anno quasi 79.000 e l’anno prossimo la bellezza di 87.625 euro. La nicchia con cinque colombari, invece, subirà un rincaro di oltre 5.000 euro: da 47.365,04 a 52.575,19 euro. E sempre della stessa cifra al rialzo si parla per quanto riguarda le edicole perimetrali che passeranno dai 37.892,75 euro attuali ai 42.060,95 dell’anno che verrà. Aumenti più “contenuti”, si fa per dire, per le cripte perimetrali: da gennaio non basteranno più i 18.945,80 euro stabiliti per il 2022 ma ne serviranno 21.029,84. Infine, ecco la sfilza dei depositi cauzionali: quelli per i giardinieri (da 897,44 euro a 996,16); quelli per i costruttori (da 2.989,93 euro a 3.318,82); quelli per i marmisti (da 2.989,93 euro a 3.318,82); quelli per i muratori (da 1.793,72 euro a 1.991,03); quelli per i posatori (da 1.793,72 euro a 1.991,03); quelli per i lapidici(da 597,51 euro a 663,24); quelli per i bronzisti (da 298,77 euro a 331,63); quelli per i restauratori (da 298,77 euro a 331,63); quelli peri fiorai (da 298,77 euro a 331,63); quelli per i floricoltori (da 1.196,20 euro a 1.327,78); quelli per i pulitori (da 119,28 euro a 132,40).
Rincari per tutti, sconti per nessuno. (Libero)
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