Si spaccia per un benefattore, dice di essere medico e avvicina la gente chiedendo soldi per aiutare i bambini malati. Già arrestato nel 2015 in Emilia Romagna e attivo da anni in tutta Italia, il truffatore conosciuto come “Clown Paperone” potrebbe essere tornato. Speculare su temi delicati è la sua specialità.
Abilissimo nello sfruttare la sensibilità delle vittime, inganna chi vuole fare del bene. L’obiettivo, naturalmente, è sempre quello di intascare più denaro possibile. L’ultimo avvistamento risale a un paio di mesi fa a Milano, quando un cittadino ha denunciato di essere stato truffato. Ancora una volta, il clown cinico e senza scrupoli è riuscito conquistare la fiducia del malcapitato per poi fare leva sulla sua generosità. Il modus operandi, nel corso degli anni, sarebbe rimasto sempre lo stesso.
MODI GENTILI
Di bell’aspetto e dai modi gentili, il truffatore si presenta alle vittime come medico e collaboratore di una onlus specializzata in clown terapia nei reparti oncologici. Il colpo più recente, su cui le autorità stanno indagando, sarebbe stato messo a segno in una Coin del centro, nel capoluogo lombardo, dove l’uomo avrebbe preso di mira il responsabile. Dopo essere stato fatto accomodare nell’ufficio del dirigente, ha spiegato di essere un medico di nome Daniel e di lavorare per due ospedali milanesi.
Ma il motivo per cui si trovava lì era un altro: collaboratore di un’associazione no profit, aveva bisogno di uno spazio all’interno del grande magazzino per distribuire volantini e sensibilizzare sulla cura alle malattie pediatriche. Una richiesta semplice, la prima. Subito dopo, però, sarebbe passato all’attacco. Per sostenere la causa ed esprimere la propria solidarietà, l’azienda avrebbe potuto fare beneficenza in tre modi: con 60 euro si sarebbe garantita a un bambino una visita infermieristica; dieci euro in più per la presenza di un medico; con 100 euro, infine, il piccolo paziente avrebbe avuto la possibilità di incontrare il primario.
Messo davanti alla scelta, il dirigente avrebbe optato per la donazione intermedia, tirando fuori 70 euro che era convinto servissero ad aiutare qualcuno. A quel punto l’affare era concluso. Dopo avere lasciato alla vittima il proprio indirizzo email e una ricevuta – forse con lo scopo di guadagnarsi ulteriore credibilità -, il truffatore si è dileguato col bottino. Dietro alla maschera del clown benefattore, però, si nasconde un criminale esperto che nel corso degli anni sarebbe riuscito a ingannare decine di persone in diverse province d’Italia. Il responsabile del Coin milanese lo ha descritto alle forze dell’ordine come un uomo di 40 anni, alto circa un metro e ottanta, con i capelli corti e scuri. Sarebbe la stessa persona che nell’estate del 2015 era stata arrestata a Rimini, dopo che un tabaccaio si era insospettito ed era riuscito a sventare l’inganno.
L’ARRESTO
Anche allora la dinamica della truffa era stata la stessa. L’uomo si era presentato nel negozio, aveva detto di essere un laureando in Pediatria e, sfruttando sempre la scusa della onlus, aveva avanzato le medesime richieste. Dapprima aveva riferito di avere bisogno di giocattoli e di vestiti per i bambini ricoverati in ospedale, poi era passato a spiegare i tre modi diversi in cui la vittima avrebbe potuto offrire del denaro. In quel caso, inoltre, aveva assicurato che le donazioni sarebbero state rese pubbliche nel corso di una manifestazione che si sarebbe tenuta in una piazza della località romagnola.
Dopo avere donato 40 euro e avere ottenuto la ricevuta del pagamento, il tabaccaio aveva però deciso di approfondire. Cercando su internet il nome della onlus per cui il falso volontario aveva detto di prestare servizio, si era imbattuto in un avviso volto proprio a mettere in guardia gli utenti dalla truffa. L’associazione, infatti, aveva riportato l’identikit dell’uomo incontrato poco prima dalla vittima, aggiungendo anche che si faceva chiamare proprio Daniel.
Ai tempi 32enne, il “clown Paperone”, originario di Milano, era stato fermato dalla polizia a Rimini: perquisito, era stato trovato in possesso di un blocchetto di ricevute dal quale ne erano già state staccate 23. Ma non è tutto. Da ulteriori accertamenti era anche emerso che dal 2007 al 2015 aveva accumulato otto precedenti, sempre per truffa. Già allora approfittava del desiderio delle persone di aiutare i bambini in difficoltà. (Il Messaggero)
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