Con quale coraggio Letizia Moratti afferma “La Lombardia non cresce”? I dati chiariscono il contrario

Lombardia

 “La Lombardia non cresce da dieci anni, quindi evidentemente chi ha governato in questi anni non ha saputo farla crescere”. Lo ha detto Letizia Moratti, candidata civica e del terzo polo alle regionali in Lombardia, durante la presentazione del suo programma. “Il nostro è un programma di legislatura che metterà in atto nei primi cento giorni tutte le misure, da assessorati diversi, che saranno misure convergenti per una crescita inclusiva”

Da Lombardia Speciale è molto utile chiarire: non basta un’affermazione per tirare l’acqua al proprio mulino

L’economia della Lombardia resta in crescita

Nonostante le difficoltà dettate da inflazione, caro-energia e situazione internazionale, secondo la Banca d’Italia, la ripresa post-Covid è proseguita nella prima parte del 2022

Inflazione, caro-energia e incertezza per la situazione geopolitica internazionale sono dei freni all’economia che, comunque, in Lombardia non hanno impedito la crescita. Secondo l’ultimo aggiornamento congiunturale dell’economia della Lombardia redatto dalla Banca d’Italia, nella regione la ripresa post-Covid è proseguita nella prima parte del 2022: dopo una crescita del Pil del 7,5% nel 2021, ha segnato un +5,9% nel primo semestre di quest’anno, con una crescita acquisita per l’intero 2022 stimata pari al 3,5% per cento. E anche se gli indicatori lasciano prefigurare un deterioramento della congiuntura nell’ultima parte dell’anno, secondo il sondaggio della Banca d’Italia, svolto tra settembre e ottobre, nei primi nove mesi dell’anno il fatturato è aumentato per una larga maggioranza delle imprese; l’espansione dovrebbe proseguire anche nei successivi sei mesi, seppure per una quota inferiore di aziende.

Guidesi: «Lombardia resta locomotiva d’Italia»

«La Lombardia dunque continua a rimanere locomotiva d’Italia e tra le maggiori economie d’Europa grazie alla forza degli imprenditori lombardi, al loro ingegno e determinazione, e alla qualità dei loro lavoratori; in Lombardia è naturale “fare impresa” oltre che meno rischioso rispetto ad altri territori. Esiste un ecosistema perfetto: ricerca, formazione, competenze e risposta immediata delle aziende fornitrici alle richieste di personalizzazione e testing; in Lombardia c’è una velocità di anticipo di tempi che permette di battere i concorrenti internazionali; investire in Lombardia è un vantaggio competitivo a medio lungo termine», ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi. «Il tutto – ha aggiunto – si inserisce all’interno di un binomio da sempre vincente: quello tra pubblico e privato, dove il pubblico fa il pubblico e non dice agli imprenditori quali obiettivi raggiungere ma si mette a disposizione del privato per il miglior risultato possibile nel minor tempo». In questo ambito, ha continuato Guidesi, «sono tanti e innovativi gli strumenti che Regione Lombardia ha messo in campo soprattutto negli ultimi due anni: dalla patrimonializzazione, al pacchetto credito per sostenere il bisogno di liquidità degli imprenditori, a quello sull’energia per sostenere l’efficientamento dei cicli produttivi di tutte le imprese, fino ad arrivare alla misura per sostenere l’avvio di nuove imprese; ma anche iniziative per supportare il percorso di internazionalizzazione delle aziende lombarde e quello per la digitalizzazione; strumenti specifici per valorizzare le filiere e quello denominato “arest”, grazie al quale sono stati finanziati progetti pubblici-privato con forte impatto di sviluppo del territorio; ultimo, in ordine cronologico, è la misura ‘Lombardia Venture’, per sostenere lo sviluppo di start up hi-tech del territorio con un investimento di 40 milioni di euro».

Una spinta è arrivata dalla crescita delle esportazioni

Tornando ai dati di Banca d’Italia vediamo che una spinta all’economia regionale è arrivata anche dalle esportazioni che, dopo il forte recupero del 2021, anche nel 2022 – a prezzi costanti – sono cresciute a ritmi sostenuti. L’aumento in valore nel primo semestre dell’anno è stato del 22,1% rispetto al periodo corrispondente del 2021, in linea con la media nazionale. L’incremento stimato a prezzi costanti è del 7,3 per cento. Grazie al fatto che la produzione manufatturiera ha continuato a crescere nel corso dell’anno, le imprese lombarde – stando al rapporto di Palazzo Koch – hanno potuto «limitare gli effetti dello shock energetico sui risultati di bilancio, tornati prossimi a quelli del periodo pre-pandemico». In questo quadro, nel «2022 si è rafforzata la crescita dei prestiti bancari alle imprese, anche per effetto del maggiore fabbisogno di capitale circolante connesso con l’espansione dell’attività e l’aumento dei costi di produzione. L’orientamento dell’offerta di credito delle banche non è mutato, nonostante i lievi incrementi nei tassi di interesse. È cresciuta la quota di imprese che ha ridotto le proprie disponibilità liquide, che si sono comunque mantenute elevate nel confronto storico. I principali indicatori della qualità del credito sono rimasti sostanzialmente stabili».

In crescita l’occupazione, vicina ai livelli pre-Covid

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nel primo semestre 2022 si è registrato un miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+2,9% gli occupati). Il numero degli occupati è aumentato anche se è rimasto inferiore al dato corrispondente del 2019 (-1,3%); il ricorso alle diverse forme di integrazione salariale ha continuato a ridursi, tornando su livelli non lontani da quelli pre-pandemici. Il numero di persone in cerca di occupazione e il tasso di disoccupazione sono diminuiti. Il sondaggio della Banca d’Italia rileva previsioni di aumento delle ore lavorate nell’anno e nel primo trimestre del 2023. Alla fine del primo semestre 2022, il tasso di occupazione in Lombardia era pari al 67,7%, con 2,1 punti percentuali in più rispetto al primo semestre del 2021 e ben al di sopra della media nazionale. Inoltre, nei primi otto mesi dell’anno in Lombardia il saldo tra le attivazioni e le cessazioni dei rapporti di lavoro alle dipendenze è stato positivo per quasi 58.000 posizioni, un valore di poco inferiore rispetto a quello raggiunto negli stessi mesi del 2021 (circa 68.000). (In collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocorriere)

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