San Vittore, detenuta incinta: nessun ginecologo in carcere

Milano

Sta succedendo nel carcere San Vittore di Milano: una donna incinta di due gemelli sta affrontando la gravidanza senza alcuna assistenza ginecologica. Questo tipo di caso è solo uno dei tanti registrati durante gli ultimi mesi all’interno del carcere.

Infatti, a luglio, è già accaduto che una donna abbia subito la perdita del bambino in seguito ad un malore in carcere. Nonostante il ricovero d’urgenza della detenuta, il neonato è deceduto all’arrivo presso l’ospedale.

L’elemento che più suscita scandalo è che il carcere San Vittore ospita più di 76 detenute, ma non c’è la presenza di alcun ginecologo su cui fare riferimento. A tal proposito, la presidente della sede lombarda di Antigone ha speso alcune parole riguardo alla situazione.

Valeria Verdolini ha dichiarato che questo per la città di Milano rappresenta un vero e proprio problema. La sola idea che non ci sia una figura professionale di riferimento continuerà a mettere a rischio la salute delle donne e quella del loro bambino.

Questo in una città evoluta e moderna come Milano sembra essere davvero inaccettabile. Nel 2023 tutte le donne dovrebbero avere il diritto di ricevere assistenza da professionisti. Se ci fosse un’emergenza in carcere chi potrebbe intervenire per tempo?

Mancanza di strutture adeguate e di professionisti

Il problema alla base che provoca queste spiacevoli conseguenze sono le mancate strutture apposite per far fronte a queste situazioni. La detenuta di cui parliamo oggi ha ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare presso l’Icam, ossia l’Istituto a custodia attenuata per madri detenute.

Quest’ultima non è altro che una struttura che non include una copertura sanitaria. È proprio per questo motivo che la donna è stata poi ricollocata nel carcere di San Vittore dove, anche qui, la presenza di un ginecologo è pari a zero.

Anche se la donna in questione è ancora in stato di gravidanza, non sta ricevendo alcun supporto da un ginecologo. Pertanto, questa situazione non può far altro che farci riflettere su quella che è una situazione inaccettabile poiché nessuna donna in una fase così delicata della sua vita merita di essere abbandonata a sé stessa.

Sempre secondo l’associazione lombarda Antigone, l’origine del problema deriva proprio dalle regole attuate dalla Procura di Milano. Infatti, prima del 2016, sono stati attuati molti tentativi al fine di evitare l’ingresso nelle carceri delle donne incinte o con bambini di età inferiore ad un anno.

Soltanto l’anno scorso, il 30 maggio del 2022, la Procura di Milano ha modificato questa regola e, ad oggi, le forze d’ordine hanno l’obbligo di accompagnare queste donne nel carcere con l’attesa che il magistrato di sorveglianza prenda in atto tutte le condizioni che impediscono la permanenza nel carcere.

Tuttavia, la situazione è più grave di quel che si pensi perché, sempre all’interno del carcere San Vittore, le condizioni degradanti delle donne hanno causato un numero veramente alto di suicidi. Ricordiamo il caso delle due giovani donne di 21 e 24 anni, le quali si sono tolte la vita ad un giorno di distanza.

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