Oltre mezzo milione di capi d’abbigliamento, circa cinque tonnellate di giochi per bambini, 2.500 coperte e decine di migliaia di prodotti sanitari confezionati, tra cui più di 70.000 mascherine tra chirurgiche e FFP2, 150 materassi, 200 passeggini, circa 2.000 confezioni di pannolini e decine di migliaia di prodotti per l’igiene personale o la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. Sono alcuni dei numeri della generosità manifestata dalla città di Milano in tre anni di attività del Muro della gentilezza, l’iniziativa solidale indipendente che consente a chiunque di lasciare sulla facciata esterna del Tempio del futuro perduto in via Luigi Nono indumenti e oggetti usati affinché vengano prelevati liberamente e distribuiti a persone bisognose e senzatetto, associazioni benefiche, comitati di cittadini, forze dell’ordine e missioni umanitarie internazionali. “Quello che era nato come un esperimento di attività solidale immediata, pratica e concreta – spiega Tommaso Dapri, ideatore dell’iniziativa e fondatore del Tempio del futuro perduto – si è immediatamente trasformato, complice anche lo scoppio della pandemia, in un imponente progetto di partecipazione collettiva per supportare le fasce più bisognose con beni di prima necessità o di grande utilità.
La massiccia risposta dei milanesi ha contribuito ad aiutare migliaia di persone non solo all’interno dei confini cittadini, ma anche nel resto del Paese, in Libano, Senegal, Gambia, Sud America e Ucraina grazie al supporto di associazioni e missioni umanitarie. Il nostro auspicio è che questo modello venga replicato, anche dalle stesse amministrazioni locali, in tutti i più grandi centri urbani”. Oltre ai beni elencati, sono stati donati al Muro anche cibi a lunga conservazione, 180.000 libri nuovi e usati reperibili nella mediateca sociale gratuita del Tempio, alcune biciclette, diversi strumenti musicali, stampelle e carrozzine, estrattori di latte materno, stoviglie e alcuni elettrodomestici. Nato appena prima dell’inizio della pandemia, il Muro viene gestito 24 ore su 24 dai 30 giovani volontari che hanno dato vita, con l’associazione Nuovo rinascimento, allo stesso Tempio del futuro perduto. I beni donati quotidianamente da cittadini e turisti e lasciati sulla parete possono essere ritirati in qualsiasi momento da chiunque ne abbia bisogno, mentre quelli consegnati al civico 7 di via Luigi Nono vengono raccolti e catalogati in tre magazzini dai volontari per poi essere restituiti alla collettività attraverso associazioni oppure all’ingresso della struttura dal lunedì al venerdì.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845