È stato presentato oggi a Palazzo delle Scintille il libro “Dodici respiri – l’Ospedale in Fiera Milano”, di Saschia Masini, 148 pagine che raccontano come sia stato possibile realizzare in soli dieci giorni – all’interno di due padiglioni fieristici – un reparto di terapia intensiva con 157 posti letto. Hanno partecipato, oltre all’autrice, Attilio Fontana, presidente della Regione; Enrico Pazzali, presidente Fondazione Fiera Milano; Guido Bertolaso; Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano e Nino Stocchetti, direttore del dipartimento area Emergenza Urgenza del Policlinico di Milano. Pazzali e Bertolaso ne hanno curato la prefazione. “Dodici respiri”, è stato spiegato all’incontro di presentazione “non è una mera cronaca di quanto è avvenuto nei 17 giorni intercorsi tra la prima idea di usare gli spazi di Fondazione e la sua realizzazione”. Il titolo richiama la numero di respiri, 12 al minuto, di una persona in buona salute e le pagine ripercorrono “con differenti occhi, quelli di chi, lavorando 17 e più ore al giorno senza pensare alla possibilità di ammalarsi, ha profuso ogni goccia delle proprie energie per arrivare in fondo all’opera nei tempi fissati”. Da ha chi preso in carico la gestione dell’ospedale assicurando le migliori cure e attenzioni che si potessero avere in quei momenti al ragazzino di 13 anni che “investe” l’intera paghetta ai grandi imprenditori lombardi che devolvono cifre a 7 zeri. E, infine, con gli occhi di di chi ce l’ha fatta ed è tornato a casa dopo una degenza più o meno lunga e complicata. Ma anche quelli dei parenti di chi, purtroppo, a casa non ha fatto ritorno. “Insieme a centinaia di persone e a migliaia di benefattori – ha ricordato Pazzali – è stata creata una vera e propria terapia intensiva nei padiglioni della Fiera, al Portello. Una struttura di 25.000 metri quadri di superfice, modernissima, con 157 letti che hanno accolto, e in larga parte curato, oltre 530 pazienti, la maggioranza dei quali in gravi condizioni. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la proverbiale generosità dei lombardi, che anche in questa occasione hanno dimostrato di voler esserci in caso di necessità. Voglio ringraziarli tutti dal più profondo del cuore partendo da Pietro, un 13enne milanese che ha deciso di devolvere la propria paghetta, fino a Leonardo Del Vecchio, che ha destinato al nostro ospedale 10.000.000 di Euro.”. “Dalle storie, dai racconti, dalle testimonianze di tutti quelli che hanno avuto un ruolo, grande o piccolo che fosse, nell’avventura dell’ospedale in fiera traspare, oltre all’orgoglio di esserci stati, lo stupore e l’incredulità nell’affrontare una sfida che sembrava impossibile – ha detto Bertolaso. Questo è il fascino ed il miracolo dell’emergenza: affrontare ostacoli e tempistiche mostruose magari quasi a mani nude e riuscire a farcela. Ti rimane nel DNA; ed ogni altro gesto o momento della tua vita poi ti appare banale, quasi noioso”. Ezio Belleri ha parlato di “una vera e propria rivoluzione nella gestione dell’organizzazione sanitaria”. “Dietro un singolo posto letto, dietro ogni singolo paziente -ha ricordato – hanno lavorato decine di collaboratori, che non smetterò mai di ringraziare, di funzioni e di protocolli. All’ospedale in Fiera di letti ne abbiamo avuti 157, e nel frattempo abbiamo continuato a gestire i 900 letti nel nostro ospedale. Anche in Fiera riuscivamo a fare tac e radiografie esami del sangue, consulti specialisti, senza la necessità di spostare i pazienti. Per noi era a tutti gli effetti un padiglione del nostro stesso Policlinico”. Bisogna pensare che, prima di Covid -19, a un grande ospedale come il nostro bastavano 17 letti di Terapia Intensiva; invece, durante le 2 ondate siamo arrivati a ricoverare contemporaneamente 110 pazienti in Terapia Intensiva e altri 220 in terapia sub -intensiva: un terzo dell’intero ospedale era occupato da persone in condizioni gravissime”.
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