Ex campo rom, il cimitero delle auto bruciate: regno del degrado così vicino al Duomo

Milano

Alziamo il sipario della conoscenza, dell’attualità, sembra scrivere Il Giorno con un “avvincente” reportage alle porte dell’ex “fortino rom”, angolo dimenticato della città: tra carcasse di macchine e immondizia di ogni tipo. E spiega “La strada poi prosegue e s’inabissa in un buio sottopasso con curva a gomito che infine sbuca direttamente in quello che una volta era il campo nomadi Bonfadini, ma che da queste parti era più conosciuto come il fortino rom. Il campo, sorto nei primi anni 80, è stato chiuso nel maggio del 2021, con blitz della polizia locale e tanto di ruspe tra le baracche. Anche se chiuso non lo è davvero.”

Doveroso lo sgombero per motivi igienici e per il “maxi giro illegale di rottami e rifiuti gestito da una delle famiglie storiche della comunità. In pratica il campo era diventato una sorta di azienda di trasformazione dei rifiuti: molto remunerativa per i boss del villaggio, molto utile per le aziende che lì smaltivano alla buona i “residui di produzione”. Entravano rifiuti mistiusciva ferro pronto per essere venduto. Gli scarti di questa lavorazione finivano poi in strada e nelle aree intorno alla ferrovia. Durante il processo, chiuso l’anno scorso con la condanna a 6 anni e 8 mesi per il capo del campo, venne spiegato che ogni anno circa 800 tonnellate di scarti si accumulavano intorno all’insediamento…Tra le lamiere delle macchine accatastate e i cumuli di rifiuti, laterizi, spazzatura, un water, c’è anche una figura umana. Sembra un’allucinazione ma non lo è. Un signore sulla sessantina con sacchetto di plastica in mano che si affanna a estrarre qualcosa dall’abitacolo di quello che resta (molto poco, a dire il vero) di una Panda. Un tratto, quello iniziale di via Bonfadini, dimenticato e lasciato marcire. Duecento metri di strada nascosta dai grandi edifici dell’Ortomercato che sembrano usciti dalle cronache del dopo bomba” chiarisce ancora Il Giorno

A scena aperta, inaspettatamente accoglie il visitatore un gruppo di galli bellissimi e il quotidiano descrive “Galli a spasso in strada e puzza di gomma bruciata sono l’antipasto del pezzo forte. Ancora qualche decina di metri ed eccolo lì. Il cimitero delle auto bruciate. Un po’ Mad Max, un po’ Mutonia, un po’ una qualsiasi periferia dimenticata di un qualsiasi Paese del cosiddetto Terzo Mondo. E invece siamo a Milano, all’inizio di via Bonfadini. Google maps informa che piazza del Duomo è a 5,4 chilometri, a piedi ci vogliono tre quarti d’ora scarsi, mezz’ora coi mezzi (la fermata Corvetto della M3 è a due passi), in macchina 20”

Sicuri che sia defibitivanente chiuso? “…, dalle finestre delle baracche rimaste in piedi spunta ancora qualche faccia. Non c’è il via vai di camion carichi di rottami immortalato dalle telecamere durante le indagini sullo smaltimento illegale dei rifiuti, ma comunque auto che fanno avanti indietro ancora ce ne sono.”

Fonte Il Giorno

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