“Credo che la scelta di riportare in edicola la testata dell’Unità sia la vera notizia – ha esordito il senatore e leader di Italia Viva, seduto accanto a Piero Sansonetti, che prenderà il timone e tornerà al quotidiano fondato da Antonio Gramsci dopo l’acquisto della testata da parte dell’editore de Il Riformista Alfredo Romeo – molto più della notizia mia. Complimenti a Sansonetti e complimenti ad Alfredo Romeo e complimenti a questa grande scommessa che è l’Unità. Capisco che per qualcuno faccia un po’ sorridere o magari anche preoccupare o stupire la scelta di individuare il mio nome per la direzione”. “Il Riformista – ha poi annunciato – la sua identità, è il fatto di non essere il sovranismo di Giorgia Meloni e della maggioranza che oggi governa l’Italia e non è la linea politica che ha vinto il congresso Pd con Elly Schlein e che rappresenta il M5s di Conte”. “Tra i sovranisti e la sinistra radicale c’è una maggioranza silenziosa, che una volta ha preso il 40%: che crede che non si blocca l’AI, che crede nel lavoro e non nel RdC, in Industria 4.0 e non nei sussidi”. “Il Riformista – dice Renzi – deve dare voce a questo mondo qua”. “Qualcuno mi ha detto: ‘ma allora lasci?’ Per citare il noto ‘filosofo’ Mike Bongiorno non lascio, ma raddoppio. Continuerò a fare il parlamentare dell’opposizione”, ha sottolineato l’ex premier. “Il Terzo polo è chiaramente il riferimento di tante persone che leggeranno il Riformista, ma Il Riformista ambisce ad essere il giornale dei moderati dell’attuale maggioranza, Fi, Udc, un centrodestra riformista che fa fatica ad imporsi nelle dinamiche di governo, e dei moderati di un Pd che non si riconosce appieno nel Pd di Schlein”.
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