Lo ricordo bene quel giorno del 1960 quando arrivarono in orfanotrofio alcuni motocarri con sopra delle gigantesche uova di Pasqua.
Lo scopo benefico era quello di portare oltre 500 uova di Pasqua in omaggio a noi Martinitt. Ma per ragioni di Mercato (Marketing), lo fecero in modo plateale. Questo a noi non importava, a noi interessava l’uovo di Pasqua da portare a casa in quei 5 giorni di vacanza.
Ogni istitutore conservava le uova in un posto sicuro e poi ce le dava man mano che un parente veniva a prenderci per portarci a casa. A quelli che non andavano a casa, le uova gliele avrebbero consegnate il giorno di Pasqua in refettorio assieme al pranzo speciale.
Con la scusa che l’uovo ce lo regalava il collegio, i miei zii non mi comprarono mai un uovo di Pasqua.
La cosa buffa fu, che le due uova con il cono in testa non riuscirono ad entrare dall’ingresso principale, perché erano troppo alte rovinando in questo modo la scenografia. Il programma prevedeva che i motocarri entrassero dal cancello principale, fare un giro all’interno del collegio tra i nostri applausi. Invece le due uova più alte dovettero entrare dal passo carraio di fianco al teatro per poi ricongiungersi con le altre al centro del cortile.
Una volta fatto il giro interno, i 5 motocarri uscirono dal passo carraio. Insomma una bella festa ma con il rischio di fallimento, se non ci fosse stato il passo carraio disponibile.
(Testi e foto a cura di Renato Marelli)
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