DEF: taglio del cuneo fiscale, quanto vale in busta paga

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L’intervento, annunciato dal governo Meloni nel Documento di Economia e Finanza, e che servirà a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, stanzia 3 miliardi di euro per la riduzione delle tasse sul lavoro.

L’intervento, programmato per un periodo di tempo che va da maggio a dicembre,  è il secondo dopo quello in Legge di Bilancio ed è destinato soltanto ai lavoratori con redditi bassi, ovvero fino a 25 mila euro lordi annui. Ai lavoratori sono state destinate tutte le risorse aggiuntive ricavate dal deficit: la stima al 4,5% programmatico a fronte del 4,35% tendenziale ha liberato i 3 miliardi di risorse. Il Def ha anche alzato le stime della crescita del Prodotto Interno Lordo nel 2023. Dallo 0,6% all’1% rispetto all’anno precedente. Il debito invece scenderà dal 144,4% di quest’anno al 140,4% del 2024.

Come ha ricordato ieri il Sole 24 Ore, il taglio in Finanziaria è costato cinque miliardi di euro. La normativa prevede per il 2023 l’estensione alle retribuzioni lorde fino a 25 mila euro dell’esonero del 3% sulla quota di contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti pubblici e privati. Per la fascia successiva, quella tra 25 e 35 mila euro, l’esonero è al 2%.

L’effetto sui soldi in più in busta paga è relativamente modesto. Per i redditi fino a 25mila euro lordi c’è un risparmio mensile di 41,15 euro ed annuo di 493,85 euro. Da 27.500 a 35mila euro di reddito parliamo di una trentina di euro in più in busta paga, 360-390 l’anno. Oggi il cuneo fiscale-contributivo è pagato per due terzi dalle imprese e per un terzo dai lavoratori. Attualmente il carico del cuneo fiscale raggiunge il 46,5% della retribuzione per un lavoratore standard single. Aggiungendo oneri e contributi sociali si arriva a sfiorare il 50%. Si tratta di uno dei livelli più elevati nel mondo.

Quindi la manovra dovrebbe portare in tasca ai lavoratori della fascia di reddito fino a 25 mila euro lordi annui un aumento nella busta paga mensile pari a 25-30 euro mensili. Ovvero da 300 a 360 euro annui. La stima è del Resto del Carlino. Ciò sosterrà, secondo il Mef, il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia, per il ministero, l’attenzione del governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi.

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