Buona settimana ai lettori, dopo i 3 anticipi di sabato, 4 gli incontri in calendario ieri, domenica 7 Maggio: calcio d’inizio alle 12,30 con Atalanta-Juventus, e delusione per i tifosi bergamaschi per una partita che a mio avviso non meritavano di perdere, ma il calcio non conosce equità e generalmente ha ragione chi segna più dell’avversario.
Iling Jr e Vlahovic confezionano il 2-0 con cui la Juventus batte a domicilio l’Atalanta, un risultato che permette ai bianconeri di salire al secondo posto in classifica a quota 66, e di compiere così un passo forse decisivo per la qualificazione alla prossima Champions L., fatti salvi ovviamente gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria e sportiva in corso. A sbloccare la gara è l’esterno inglese, bravo a scaricare a sinistra per Rabiot e farsi trovare poi pronto in area di rigore sul rimpallo battendo Sportiello. Mentre l’attaccante serbo ha chiuso i conti proprio allo scadere del recupero (98′) segnando un gol che zittisce i critici e, soprattutto, i beceri cori razzisti dei tifosi bergamaschi, che lo hanno beccato per tutta la mezz’ora abbondante trascorsa in campo. Una vittoria da squadra smaliziata benché giovane, che può guardare con fiducia alla semifinale di Europa League con il Siviglia. L’Atalanta invece scivola a 5 punti dal quarto posto, un gap piuttosto difficile da colmare a sole quattro giornate dalla fine. E i due pali colpiti da Scalvini e Zappacosta gridano vendetta, oggi alla Dea è mancata la letale concretezza delle ultime giornate, oltre un pizzico di buona sorte perché nei 90 minuti ha messo in mostra comunque combattività, forza e agonismo non inferiori a quelle degli avversari.
Non riesce quello “scatto ottavo posto” che Torino e Monza ambivano nella viglia di questa sfida. Il Toro infatti, pur conducendo meglio la gara, sbatte un po’ sulle parate di Di Gregorio e un po’ sul poco cinismo. I granata infatti si fanno riprendere nel finale, quando Caprari trova un super gol in replica al vantaggio ad inizio ripresa, siglato dall’ormai solito Sanabria (11 gol, eguagliata la sua miglior stagione in carriera). Un pari amaro per Juric che aveva pregustato la festa, ma anche la conferma di una qualità generale del Monza, squadra che ha perso solo una delle ultime dieci partite di Serie A. Entrambe dunque restano appaiate in classifica a quota 46 punti. Tranquille, ma anche troppo lontane ormai dall’Europa. A meno che le vicende di casa Juventus non possano cambiare le cose a termine dei giochi.
Nella “prima” da neocampione il Napoli non stecca. In una città in festa da ormai quattro giorni ininterrotti, la squadra di Spalletti regala ai suoi tifosi l’ennesima vittoria stagionale. L’avversario di oggi è la Fiorentina di Italiano, in gran forma e che da marzo aveva perso solo una volta in campionato contro il Monza. Una vittoria non certo facile dopo 90′, ottenuta grazie al rigore del solito Osimhen, che oggi non fa certo la partita della vita ma riesce ancora a timbrare il cartellino.
Ma è la Fiorentina ad iniziare alla grande, Terzic sulla fascia sinistra fa quello che vuole, con Jovic finalizzatore in ben tre occasioni. Gollini però respinge tutti i pericoli e la rete rimane inviolata. La viola gioca al meglio per oltre mezz’ora, manca però il colpo decisivo. Nella ripresa, Spalletti inserisce Zielinski e Lobotka e subito la partita cambia. Quest’ultimo dopo due minuti entra in area e viene spinto da Amrabat. Penalty giusto, ma Terracciano è super: respinge il tiro di Osimhen e la ribattuta di Di Lorenzo. Occasione d’oro sprecata dai padroni di casa, che però fermano al meglio le percussioni offensive della viola, impedendole di esprimere il bel gioco della prima frazione. Così si arriva al quarto d’ora finale con un altro rigore per i partenopei, guadagnato da Kvaratskhelia e stavolta segnato da Osimhen, che poco dopo lascia il campo nella standing ovation del Maradona. Gli ospiti provano nel finale a pareggiare i conti ma Gonzalez e Kouamé non trovano la porta. 1-0 il finale, può partire la festa.
Vittoria da sei punti per il Verona. Perché battere in trasferta l’avversario che ti precede in classifica vale davvero doppio. Esultano i veneti vincenti sul Lecce e dopo una vita abbandonano la zona retrocessione, lasciando nelle sabbie mobili lo Spezia. Al Via del Mare finisce 1-0 per la formazione della coppia Zaffaroni-Bocchetti: decide Cyril Ngonge, entrato in campo al 65′ e a segno al 71′, un po’ sparito nelle scorse settimane dopo un esordio in Serie A fulminante. È un successo legittimo, perché nel contesto di una partita tesissima è proprio il Verona a creare le palle gol più chiare (traversa immediata di Djuric, grande intervento di Falcone sullo stesso centravanti). Classifica: Lecce quintultimo con 31 punti, Verona quartultimo con 30, Spezia terzultimo con 27. E occhio pure alla risalita della Cremonese (24). La lotta per la salvezza entra nella fase decisiva.
Con queste 4 partite si chiude la domenica ma non la giornata, che si concluderà stasera con i rimanenti 3 match: Udinese-Sampdoria ed Empoli-Salernitana alle 18,30, infine Sassuolo-Bologna alle 20,45.
Arrivederci al prossimo venerdì, con un anticipo alle 20,45: Lazio-Lecce.