Ineffabile Beppe Sala. “L’emergenza sicurezza prima era una invenzione del centro destra. Oggi (con uno stupro al giorno) qualche problema c’è, ma deve pensarci il Governo a cui abbiamo chiesto più uomini”. Questo, in sintesi, il pensiero del Sindaco, che come amministratore è scarso, ma è certamente un politico diabolico nello scaricare la responsabilità su qualcun altro.
Così nei giorni scorsi ha richiesto il tavolo sulla sicurezza e l’Ordine pubblico dove il Ministro degli Interni, Piantedosi, ha partecipato promettendo 430 uomini in più per Milano. E’ una buona notizia, così come è già qualcosa che Sala riconosca che vi sono situazioni intollerabili per degrado e illegalità.
Ma le forze dell’ordine in più, per quanto benvenute, non risolvono i problemi, così come i ricorrenti annunci di nuove assunzioni di Polizia Locale. I nuovi vigili sono un bluff perché consentono solo di surrogare le centinaia di vigili andati in pensione.
Il nocciolo della questione è asciugare lo stagno dove nuotano i tanti immigrati clandestini, senza fissa dimora o occupanti abusivi, che finiscono inevitabilmente per alimentare i racket dello spaccio, la quotidiana attività di piccoli furti e rapine, e vivono senza integrazione ma tra dipendenze ed emarginazione.
E’ inutile che il Sindaco e lo stesso Ministro snocciolino i numeri dei reati e delle denunce: queste racchiudono solo una parte dello scenario malavitoso.
Provino loro a recarsi in un commissariato e a fare denuncia senza perdere ore, e riconoscano che dopo l’approvazione della sciagurata riforma Cartabia, molti reati per essere perseguiti necessitano della denuncia di parte. Quindi taluni reati diminuiscono nelle statistiche ma non nella realtà. Come ad esempio insegna la vicenda borseggiatrici.
Spiace che il centrodestra milanese non abbia capito il disegno di Sala e non abbia chiesto un incontro alternativo a Piantedosi. Sarebbe stata una occasione per fare chiarezza: lo spaccio diffuso, le molestie e i borseggi sui mezzi pubblici, lo strapotere di racket e babygang in certe piazze non fanno statistica ma impediscono alle persone per bene, alle donne, ai soggetti più fragili di muoversi liberamente.
Quindi più che rimbalzare i problemi al Governo, occorre cambiare politica comunale sull’accoglienza indiscriminata praticata da Majorino e Sala, che è, numeri alla mano, all’origine di tanta criminalità. Si stima che un quarto di coloro che sbarcano illegalmente in Italia puntino su Milano, anche se poi alcuni cercano di dirigersi verso il Nord Europa. Di questo passo subiremo le stesse dinamiche negative che il Corriere della Sera raccontava di New York, degradata e incattivita perché divenuta il terminale dell’immigrazione clandestina.
Affrontare la questione sicurezza significa dunque modificare l’ospitalità dei clandestini minorenni, ma anche utilizzare diversamente la Polizia Locale, aumentando il presidio, oggi ridicolo, nel trasporto pubblico e contrastando gli insediamenti abusivi. Significa non avere remore nell’utilizzo dei militari in certe aree. E passare da una liberalizzazione di fatto delle droghe a un serio impegno del Comune nella lotta allo spaccio.
Infine si ingrandisca o si raddoppi il Centro per i rimpatri dove trattenere gli immigrati clandestini individuati come più pericolosi e recidivi. E questa è una cosa che può fare il Ministro degli Interni a dispetto dei consiglieri PD che descrivono Via Corelli come un lager.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Articolo scritto bene da conoscitore della realtà cittadina. Io invece mi permetto di esprimere il mio parere da semplice cittadina.
Il Ministro Piantedosi da buon ex Prefetto ha citato i numeri che denotano un calo percentuale dei reati a Milano rispetto al periodo precedente analizzato. Ma è “uscito fuori tema”. I reati a Milano sono quotidiani e indiscutibili, è la cosiddetta percezione dei cittadini non va trascurata. I 430 uomini si tradurranno in 250 al netto del turnover.
Ieri mattina alle 5 a Palestro un ragazzo, arrivato in anticipo al suo posto di lavoro di panettiere è stato accoltellato e rapinato da 4 malviventi, e questo è solo l’ultimo episodio. Quanti ne dovremo leggere ancora, sperando che un giorno non capiti a noi? Ieri mattina al semaforo sono stata avvicinata da uno straniero, che voleva commentare con me la scena di un sudamericano controllato davanti a noi dalla Polizia. Lui sosteneva di essere un onesto lavoratore, io senza dubitarne ho risposto che i controlli fossero quanto mai indispensabili…..