Festa della Mamma: fiaba dedicata a una madre speciale

Cultura e spettacolo

Nennolina

C’era una volta una bambina piccola piccola con il viso buffo e rotondo, il naso a patata, di nome Nennolina.

Nennolina viveva in un paese piccolo piccolo con poche case, le finestre verdi e i tetti rossi, ma quel paese, si diceva, fosse unico al mondo perché vi crescevano tutti i fiori esistenti ed il loro profumo incantava tutti coloro che, per caso, passavano di là.

La mamma di Nennolina era quasi cieca o, meglio, riusciva soltanto a vedere la luce del sole, il buio della notte, i profili delle case, le persone in movimento, ma non distingueva i colori.

Il suo mondo era fatto di piccole o grandi ombre in bianco e nero e Nennolina era molto preoccupata: ”Se solo potesse vedere i colori dei fiori e guardare al tramonto i grandi girasoli baciati dal sole, le violette troppo timide, quasi nascoste, le margherite bianche e simpatiche, i tulipani gialli e rossi e la glicine che fiera e un po’ arrogante si arrampica sul muro, senza mai chiedere il permesso….”

Poi, prendendo la mano della mamma, l’accompagnava lungo il fossato, nel campo e aspiravano insieme l’aria profumata.

Nel prato c’era una panchina di legno e là, dopo una passeggiata di chiacchiere e risate, Nennolina e la mamma si sedevano a riposare.

Nennolina le raccontava i colori del cielo e dell’arcobaleno e le nuvole a volte imbronciate e il verde delle foglie sugli alberi.

Coglieva per lei le piccole rose selvatiche e i narcisi.

Si divertiva perché la mamma doveva distinguere i fiori dal loro profumo e, quando sbagliava, Nennolina rideva, rideva fino alle lacrime.

Poi, quando i fiori reclinavano il capo per riposare durante la notte, si sentiva un fruscio, quasi che un vento leggero li accarezzasse per conciliare il loro sonno.

Nennolina e la mamma tornavano a casa per aspettare la sera.

Si diceva che la fata dei fiori avesse tante case e, quindi, non fosse facilmente raggiungibile, ma che amasse soprattutto il profumo intenso della magnolia da cui ricavava il suo profumo personale.

Tutti i fiori obbedivano a fata Fiorella perché era bellissima e buona, tenera e generosa.

Davanti alla casa di Nennolina, due alberi di magnolia sembravano sfidare il cielo tanto erano alti e possenti.

E Nennolina ogni sera guardava e riguardava quegli alberi, sperando di vedere la fata che, sfiorando i fiori, si immergeva nella loro fragranza

Ma è difficile vedere al buio e allora incominciò a parlarle: “Fata dei fiori la mia mamma non può vedere i colori dei fiori, puoi aiutarmi?”

E, in una notte piena di stelle, fata Fiorella si sedette sul davanzale della finestra. Un intenso profumo inondò la cameretta e Nennolina capì che finalmente la fata era lì, per lei, per aiutarla.

“Fata Fiorella, spiegò, io vorrei che facessi almeno una volta una grande magia e che in una giornata con l’arcobaleno, i fiori potessero ricreare l’arcobaleno anche sulla terra. La mamma così potrebbe vedere i colori”.

Fata Fiorella promise: “Ti aiuterò”:

Qualche giorno dopo, Nennolina trovò sul davanzale un paio di occhiali fatati, aprì la finestra e vide un enorme arcobaleno che occupava tutto il cielo sgombro dalle nuvole. Chiamò la mamma: “Vieni, vieni, metti gli occhiali, andiamo a fare una passeggiata”. E insieme mamma e figlia si incamminarono lungo il fossato e finalmente mamma Anita vide i colori. La magia era realtà: l’arcobaleno sembrava specchiarsi nel prato dove tutti i fiori allineati e messi in ordine formavano un altro arcobaleno con il rosso dei papaveri, il giallo dei tulipani, il viola delle violette, il rosa delle rose, il bianco delle margherite.

Nene Ferrandi dal volume “C’era una volta…la fiaba dei nonni”

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