Dall’Unità licenziamento immediato di una giornalista perché ritenuta “superflua”. Evviva i diritti

Attualità

L’Unità, diretto da Sansonetti, il giornale dei diritti, dei lavoratori, fondato da Gramsci. Leggete il post della collega Angela Azzaro. Buttata in strada, cacciata ” perché ritenuta “superflua”. Questa è la sinistra che osanna i diritti dei lavoratori.

SONO STATA LICENZIATA E CACCIATA DALL’UNITA’, IL GIORNALE FONDATO DA ANTONIO GRAMSCI

Venerdì tardo pomeriggio sono stata chiamata dal responsabile Risorse umane della Romeo edizioni e sono stata prima licenziata e poi cacciata in malo modo dalla redazione, senza neanche avere il tempo di parlare con il direttore Sansonetti che in quel momento era fuori e senza avere neanche il tempo di fare mente locale per capire quali effetti personali portare via.

Che cosa è successo?

Dopo l’acquisizione della testata del giornale fondato da Antonio Gramsci mi è stata offerta dal direttore e dall’editore la direzione dell’Unità on line. Nella prima riunione fatta con Sansonetti e con l’editore, ho chiesto conto delle risorse con cui affrontare la nuova sfida. Quanti giornalisti? Quale budget? La riunione si è chiusa bruscamente e nel giro di due giorni mi è stato comunicato che non sarei stata più direttrice dell’on line. Il direttore in quell’occasione mi ha ribadito che sarei rimasta con lui alla vicedirezione dell’Unità. Conferma arrivata sempre da parte del direttore anche qualche giorno prima dell’uscita.

Il giovedì prima del debutto nuovo capovolgimento: mi si comunica che sull’Unità non sarebbe stato indicato neanche l’incarico di vicedirettrice.

Dopo altre due settimane, cioè venerdì, mi è stata consegnata la lettera di licenziamento “per giustificato motivo oggettivo” legato – scrivono – agli investimenti sostenuti per l’acquisizione dell’Unità e alle perdite legate al Riformista nel 2022.

“In tale contesto – si legge – abbiamo deliberato la soppressione della sua posizione lavorativa in quanto ritenuta SUPERFLUA E NON STRETTAMENTE NECESSARIA”.

Ci sarebbe quasi da ridere. Perché tutte e tutti sanno il mio impegno in questi quattro anni al Riformista. La mia dedizione, il mio contributo all’ideazione, alla scrittura, alla realizzazione del giornale. La mia storia professionale e politica per il resto parla da sola.

Ma non c’è nulla da ridere perché definire una giornalista, una lavoratrice, “superflua” e “inessenziale” è esattamente la logica che L’Unità – che anche oggi si autoproclama giornale dei diritti – dovrebbe duramente contrastare. Invece…

Invece venerdì sono stata cacciata dalla redazione. Come se fossi una ladra, come se vivessimo in un mondo senza diritti, in cui la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori può essere calpestata senza nessuna remora.

Garantisti con tutti, fuorché con le lavoratrici e con i lavoratori.

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