L’odio della sinistra sui muri di Milano

Milano

Sempre la stessa storia. La copertura di questi episodi cambia a seconda di chi la subisce. Se scritte simili fossero apparse fuori dal Leonka, oggi vedremmo Milano invasa da cortei solidali. La democrazia si scoprirebbe sotto scacco. Sarebbero richiamati in vita i gloriosi martiri di Piazzale Loreto. E tutti insieme, vivi e morti, marcerebbero contro i neri fantasmi di un passato che sconfiggono ogni 25 aprile per scoprire puntualmente il 26 essere ancora più presente del loro futuro radioso. Se le leggiamo fuori dal Presidio, invece, non serve nemmeno parlarne. Al massimo sono compagni che sbagliano.

Una precisazione: i militanti della Rete dei Patrioti e i gestori del Presidio non hanno bisogno di avvocati difensori, scorte o difese d’ufficio. Si difendono da soli da molti decenni. Quindi qui non parleremo di quello. Secondo punto: quando a scrivere sui muri sono loro, chiederà qualcuno, voi dove state? Non posso rispondere a nome di tutta la redazione, ma io di solito sono a leggere Berizzi che mi documenta tutto. Quindi qualcuno che segue la vicenda, c’è. E non un qualcuno qualsiasi, parliamo di una delle prime penne del gruppo Gedi.

E siccome io sono una penna molto meno pregiata, trovando i posti della parte giusta occupati, ho deciso di fare un giro dall’altra parte. Anche perché, sia chiaro, sottovalutare queste minacce è stupido. Non è una critica politica, è un’analisi storica. Oggi sono quelli del Presidio e della Rete dei Patrioti. Domani saranno i ragazzi di Fratelli d’Italia e della Lega. Poi Forza Italia e Terzo Polo. Fino al PD. Come Guido Rossa dimostra, le cinquanta sfumature di violenza rossa finiscono sempre per mordere a fondo anche la mano dei compagni che non sbagliano.

E allora è nell’interesse di tutti quelli che NON frequentano il Presidio prendere queste parole sul serio. Chiedendo a chi dovrebbe occuparsene, dalle Forze dell’Ordine alla Magistratura, di non glissare. Perché a glissare su tutto si finisce a scivolare sul sangue fresco. Giova anche, per una volta, ricordare ai soffiatori sui fuochi dell’odio, che prendersi una vacanza non sarebbe male. Vale, ad esempio, per Saviano, che vede saluti romani in ogni parata militare.

Il vostro ruolo, cari compagni, è vitale in democrazia. Ed il vostro ruolo include, come ci ricordate di media una volta ogni sei ore, salvaguardare la democrazia. Benissimo. Una delle prime cose da fare è tenere civile il dibattito. Altrimenti, quello che voi sottintendete, qualcuno lo espliciterà spalmandolo sui muri. E se state alzando le spalle, dicendo che uno o due fascisti in meno non fanno poi questa grande differenza, vorrei farvi notare una cosa.

 

Il palazzo nella foto sopra non ospita nessuno del Presidio. Ospita famiglie innocenti, che, mappa elettorale del 2021 alla mano, probabilmente vota PD. E si sono ritrovati questa scritta sul muro appena ridipinto. Voi sareste disposti a giocarvi delle vite sulla mira e sull’acume politico di chi, alle tre di notte, dopo un rave, ha deciso di sfogarsi sbagliando muro?

Pensateci. Se la risposta fosse, tante volte, un convinto e sonoro NO, forse potrebbe essere utile unirvi al coro delle persone civili e chiedere quanto meno di ristorare il danno, pulendo con olio di gomito sotto il sole di luglio. Ricordate, lo fate per le uniche persone di cui vi importa davvero qualcosa: voi stessi.

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