C’è la tripla sfiga del cancro della madre di figlia invalida, ci sono i bimbi orfani di guerra c’è la madre suicida ed il padre depresso, infine c’è la storia vera dell’autore del piccolo principe. Ecco il mondo vissuto dal premio Strega e dalla scelta dei suoi finalisti del prossimo luglio. Le streghe, babbione e babbioni tristi, paludati e ricchi guardano amaramente a quanto succede e vi trovano solo lutto, dolore, desiderio d’autenticità di storie vere che per essere vere ovviamente devono essere sfigatissime, coscientemente sfigatissime. Le testimonianze ovviamente richiamano un giudizio, che non può che dividere tra bene e male. Le donne stanno ovviamente dalla parte del bene, meglio ancora se in famiglia, nel moncherino di famiglia che resta senza la figura maschile che ovviamente è separata dal nuovo muro di Berlino segregato nel campo della mascolinità tossica.
Le donne stanno ovviamente dalla parte del bene, meglio ancora i loro corpi nel tempo in cui il soma femminile è all’acme della divinità, unico valore per una società dedivinizzata. I corpi della disabilità e della malattia frustrano però i desideri e la sessualità, offerti e negati che segnano la valorizzazione femminile ed il suo empowerment per poi negarli. Disabilità e malattia frustano e frustrano, ed è bene così, perché al male non deve essere riconosciuta alcuna soddisfazione, alcuna speranza. Il male, ingannato mentre persegue il sex appeal mostrato e poi rifiutato, deve ritrovarsi spiaccicata in faccia la piaga purulenta del corpo femminile sfregiato. Se ha imparato ad adorare la vitella d’oro per istinto animale, imparerà ad adorare anche la sua negazione perché, viene cinguettato, la vitella d’oro è dolore ma il dolore è vita. Tutta vita, l’attraversamento dei letti d’ospedale, dei malsani odori medicinali e corporei, nei quali le esangui, stanche e impotenti corti letterarie identificano la gigantesca storia d’amore magica che sceglie di non fare mai i conti, quanto bene e quanto dolore. Più non c’è vita, non c’è forza, non c’è futuro, più vi si canta straordinaria forza e verità, perché il mondo è così orribile, va in una direzione così terribile che solo morte e distruzione illuminano le menti, perché l’amore è luminoso e ingiusto come tutte le storie d’amore.
A corona di tutto ciò, l’autrice della triplice sfiga, pubblicata la storia autobiografica a gennaio, inserita tra i 12 e poi 5 candidati a marzo, plaudita, premiata a maggio dal Mondello, Campiello e Flaiano, cantata e recensita dalle colleghe, dalle mogli di altri premiati, dalle presentatrici calve e dalle Elena, Tiziana, Lisa, Nadeesha e Conchita, ha alzato all’acme la drammaticità struggente degli eventi, venendo meno proprio per la grave malattia raccontata il primo d’aprile. Le streghe così non sono più tornate. Anzi esaltano l’altare della propria morte pur di non dare soddisfazione. Ora della scomparsa, periferico personaggio alquanto ignorato in vita anche dai circoli amichettevoli ed amichettisti, si esalterà il curriculum come già fatto per le Ilarie, per la giusta pietas che comunque la morte impone.
Ma che Strega è, che streghe sono? È tempo di dare l’assalto all’accademia dei circoli letterari, mortiferi, avvolti in rituali che hanno rinunciato alle speranze ed ai fini di progresso di un tempo, che agognano il dissolvimento teorico, pur attenzionando soprattutto cure e sanatorie che allunghino le vite anziane. Sulle migliaia di spiagge, cinquantamila dj nel proseguo dei sogni musicali di gioventù, in gazebo improvvisati fanno ballare, strillare e karaokeizzare ragazzine e mamme sulle note di banali canzonette che raccontano di amori, desideri, sesso più o meno velato, passioni , baci dati dappertutto in un trionfo di sanità, esibizione, salvezza, eros dove nessun genere è tossico. Il corrispettivo letterario sono i romanzi rosa la cui quota nel mondo dell’editoria 2022 è cresciuta dell’84%, di cui il +47% dei romanzi d’amore stranieri ed il +196% di quelli italiani (dati Associazione Italiana Editori) mentre tutta l’editoria italiana calava del 2,3%. Il 2022 è stato l’anno del romanzo sentimentale e dell’avventura romantica. Le giovani autrici della generazione Z si impongono anche con circuiti fidelizzati tramite piattaforme digitali come TikTok e non scrivono talvolta nemmeno solo in italiano. I libri d’amore valgono il 9% della narrativa e seguono solo ai gialli, ma restano in testa per le lettrici e per le autrici. Le fate battono le streghe
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.