Milano | Castagnedo – Salviamo l’antico e dimenticato oratorio di Sant’Anna

Milano

Francesco Liuzzi, uno dei fondatori della pagina Facebook di Milano Sparita, da più di un anno si sta battendo assime ad altre persone, per salvare quel poco che resta dell’antico oratorio di Sant’Anna in Castagnedo (Corvetto).

Si tratta di una piccola cappella di campagna eretta nel XII secolo l’oratorio degli Umiliati nell’antico borgo di cascine che fu Castagnedo (oggi luogo sconosciuto a molti), conserva pressoché intatte le sue caratteristiche di chiesa romanica a nave unica anche se oramai da lungo tempo scoperchiata e in totale rovina.

Il nome di Castagnedo, ai più sconosciuto, deriva dal fatto che qui vi era in antichità, un bosco di castagni, a riprova che da queste parti, tra una cascina e un terreno e l’altro, vi fossero ancora boschi, possiamo riscontrarlo nei vecchi nomi dei borghi della zona, come Taliedo (dai tigli), Nosedo (dalle noci) e il più famoso (grazie alla presenza della stazione ferroviaria e di quella della metro 3 che han riportato il nome, la cui origine riporta alla presenza di un bosco di roveri, querce). Tutti borghi che connotano nel profondo l’identità rurale che aveva Milano da queste parti e che dovrebbero essere meglio ri-conosciuti da città e cittadini. Di Castagnedo nulla rimane, nulla salvo che questi ruderi di chiesetta.

Come riferisce Liuzzi: “Le tempistiche per tale azione sono molto lunghe, siamo riusciti a trovare la proprietà ma ci sono stati degli intoppi burocratici, intoppi che hanno messo dei paletti, allungando ulteriormente il suo recupero. Stiamo facendo tutto il possibile ed anche di più. Questo messaggio è rivolto a tutti coloro che hanno a cuore la storia di Milano, ed è a coloro che rivolgo le mie parole.”

Perciò Milano Sparita assieme a al Municipio 4 e alla Fondazione Milano Policroma, sta raccogliendo firme per inviarle al Comune di Milano affinché si possa procedere al salvataggio dell’antica chiesetta.

Qui la petizione da firmare.

Noi di Urbanfile, naturalmente ci siamo accodati nella richiesta.

L’antico manufatto in rovina si trova ai piedi di un grande edificio anch’esso in abbandono e in rovina da anni, in attesa di una fantomatica riqualificazione che pare ormai sfumata.

Siamo proprio nella periferia della città, quella a ridosso della ferrovia, dell’ex scalo di Rogoredo e vicini all’Ortomercato. Una zona di magazzini, di camion e zingari, non facile da riqualificare, ma che pare anche non importare ai grandi immobiliaristi e al Comune, che finge di non ricordarsene, perciò priva di finanziamenti che smuovono la qualità urbana.

Sebbene qui dal 2010/11 via Vincenzo Toffetti e via Sulmona son state sistemate assieme alla realizzazione del sottopasso per via Varsavia e l’Ortomercato.

La storia affonda nella notte dei tempi. Nel 1190 nelle cascine e nelle grange di Castagnedo operavano le monache benedettine del monastero di Santa Margherita che qui avevano una sede secondaria rispetto a quella in centro a Milano. Poi nel XIII secolo arrivarono le monache del potente ordine degli Umiliati i quali non troppo lontano, a Monlué, avevano la loro abbazia che ancor oggi è visitabile. Le monache erano dedite alla lavorazione della lana e a quell’epoca l’oratorio cambiò nome da Santa Maria a Sant’Anna.

Molto minimale all’esterno, la chiesetta conservava all’interno degli affreschi importanti e alcuni dipinti ed effigi legate anche a vicende miracolose, come la lapide di San Carlo che, si racconta, nel 1601 fece improvvisamente tornare a camminare una paralitica.

In anni più recenti le cose andarono sempre peggio, come un iniziale vincolo da parte dei beni culturali che la salvò in parte, ma che poi misteriosamente venne tolto.

Nel Dopoguerra sorse uno dei quartieri Grigioni che si divorò il terreno agricolo delle vecchie cascine e una grossa sede dell’INPS venne prevista proprio a ridosso dell’edificio di culto che si salvò per il rotto della cuffia ma non poté evitare i danni di tutti questi cantieri: per errore o per cinismo un carico pesante cadde da una gru e sfondò la piccola cappella. Intanto gli affreschi, che vengono documentati almeno fino al 1965, vennero spogliati e portati via da qualche collezionista senza scrupoli. Insomma, sono decenni che Sant’Anna in Castagnedo, antica testimone del tempo che fu e pezzo significativo di medioevo milanese all’incrocio tra le Vie Toffetti e l’antica via Tertulliano, versa in condizioni sempre più degradanti, in attesa di crollare ed essere abbattuta definitivamente.

Qui sotto l’immagine (colorata) dell’antico affresco presente ancora nel dopoguerra all’interno della cappella, raffigurante: un Cristo risorto ritto sul sepolcro; alla sua destra San Rocco, alla sinistra S. Pietro.

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