E’ noto l’incendio nella RSA che ha purtroppo causato sei vittime e di cui si cercano cause e responsabilità.
“Credo che il giorno in cui si celebreranno i funerali si dichiarerà il lutto cittadino”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervistato dal Tg1 e ha aggiunto “Intanto si apprende che delle due persone ricoverate ieri in codice rosso uno sta meglio e l’altro è ancora in una situazione delicata. Per il resto sono quasi tutti pronti a uscire dall’ospedale”
Le notizie sono dell’AGI che fa chiarezza sullo stato delle indagini
“Per le prime iscrizioni i pm del pool “Tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro”, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, attendono le annotazioni del nucleo investigativo antincendio dei Vigili del Fuoco, della Polizia scientifica e della Squadra mobile. Sono almeno tre i fronti su cui si concentrano le indagini: la causa del rogo iniziale, il rispetto delle prescrizioni antincendio e l’attivazione tempestiva dei soccorsi.
Sul primo punto gli inquirenti non sembrano avere dubbi in quanto il fuoco sarebbe partito dalla scintilla dell’accendino o dalle braci di un mozzicone acceso da Laura Blasek, l’86enne rimasta carbonizzata insieme alla compagna di camera della 605 Nadia Rossi, 69 anni. Accertamenti e verifiche, in carico agli investigatori dei Vigili del Fuoco, invece si concentrano sul malfunzionamento dell’impianto di rilevazioni fumi, inattivo almeno dal gennaio 2022.
Un aspetto noto anche al Comune di Milano, che in attesa della chiusura di un bando per i lavori di manutenzione, aveva chiesto e ottenuto dall’ente gestore come misura compensativa la presenza nelle ore notturne di un addetto antincendio. Una figura presente la notte tra il 6 e il 7 luglio.
Tuttavia, gli inquirenti stanno analizzando le telecamere di sorveglianze della struttura per capire dove fosse nei minuti prima dell’una, quando dalla stanza 605 la signora Rossi ha lanciato l’allarme chiamando in reception e come abbia agito successivamente.
Per tutta la mattinata è stato un via vai di parenti, ma anche di dipendenti, alla Rsa. Sono stati chiamati a raccogliere gli effetti personali propri e dei loro cari che non sono stati distrutti dall’incendio, scoppiato nella notte, nella stanza 605 del primo piano per poi propagarsi. Carrelli, buste gialle della spesa, qualche valigia. Non solo odore di fumo nell’aria, anche tristezza palpabile. Occhi bassi.”
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