Con quella faccia un po’ così, con quell’eloquio un po’ tranchant da primo della classe, con quella disponibilità spesso inesistente se non nelle trasmissioni televisive da deus ex macchina indiscutibile, con quelle visioni senza costrutto, con la fame perenne di incassi e di stangate, ecco Sala, il Sindaco della Milano radical chic, amico di costruttori, interessato al business, ecologista nelle dichiarazioni, politologo fazioso a livello nazionale. Ma, a quanto pare secondo un sondaggio del Sole 24Ore, il sindaco più amato degli italiani. Potenza di una narrazione evidenziata e segnalata con enfasi dalla stampa amica, dall’immaginario che anche la comunicazione personale ha saputo creare, alla faccia dei poveri cristi milanesi che vorrebbero, ma non possono, usare la macchina, avere un parcheggio, lavorare senza la gogna dell’area B e C, vivere senza i bivacchi e la criminalità degli stranieri accolti indiscriminatamente.
Questo Sindaco, senza faccia, nei momenti più significativi non c’è. Alle 16:30 di lunedì 10 luglio, a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, era previsto un minuto di silenzio per le sei vittime dell’incendio nella Rsa di via dei Cinquecento, divampato nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 luglio, ma Sala non partecipa. “Il sindaco verrà a riferire in aula non appena si sarà fatto il funerale” hanno detto. La mancanza della sua voce è uno schiaffo alle famiglie, ai figli, agli anziani che si sentono disorientati e impotenti dopo una tragedia di questa portata. Ma rapportarsi al sentimento popolare, non gli appartiene.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano