Perché siamo arrivati a questo punto di “quasi” non ritorno? … All’Africa non mancano certo le risorse naturali, dagli idrocarburi alle pietre preziose e, soprattutto, possiede un’immane disponibilità di forza lavoro … e allora qual’ è il problema, dove sta l’imbroglio?… Sta nello stupro continuato effettuato nei secoli ai suoi danni dall’occidente, ed ora anche dell’oriente, avvalendosi della complicità di governanti locali feroci e in guerra perenne tra loro per assicurarsi la posizione più forte nella spartizione dei proventi dovuti alla corruzione ed alla prevaricazione verso esseri indifesi, generalmente poveri, condannati all’ignoranza, alla rassegnazione … alla fame! L’unica possibilità di ribellione loro consentita era ed è la fuga verso terre che sognano accoglienti, un Eldorado dove lasciarsi alle spalle tutti gli orrori e provare a rinascere. Essendo utopistico immaginare un esodo regolare e organizzato, che poco denaro porterebbe nelle tasche degli aguzzini, evito di raccontarvi quello che già ampiamente conoscete limitandomi ad una esposizione riassuntiva dei fatti: su questo sogno speculano un’infinità di persone, dai trafficanti di esseri umani a coloro che li accolgono per poi relegarli in ghetti inospitali. In Italia, porta principale di ingresso in Europa per gli immigrati, molti pensano di lavarsi la coscienza enunciando slogan inneggianti all’umanità dell’accettazione totale, ma se aspetti da loro qualche concreta proposta di soluzione dell’emergenza conseguente a questa guerra di sopravvivenza … ben poco viene offerto ai richiedenti asilo se non condizioni simili o peggiori dalle quali sono fuggiti, a rischio della propria vita e di quella dei propri figli.
L’ideale sarebbe veramente portare avanti un’azione congiunta da parte dell’Europa, come sta spingendo il nostro governo per provare a creare lavoro e benessere nei luoghi di origine, ma è un percorso che si preannuncia duro e irto di ostacoli, perché non è facile convincere ad una dieta rigorosa chi è abituato a pranzi luculliani senza crearsi troppi scrupoli. Purtroppo, io non sono in possesso di poteri taumaturgici in grado di anticipare eventi miracolosi, ma ho il dono di scrivere canzoni in grado di raccontare e di far riflettere. Al termine di questo mio breve racconto vi offro una canzone che avevo creato nel 1993 e incisa nel 2016: Il Cappotto. Un brano dove narro come nasce una guerra. Un uomo in un bistrot parigino approfitta della confusione per rubare un cappotto, appartenente ad un uomo imponente e facoltoso, che lo aiuti a ripararsi dal freddo … ma il padrone se ne accorge quasi subito e comincia ad inseguirlo con il furore tratteggiato negli occhi, “una rabbia armata da un intero arsenale”, fino a che lo raggiunge, lo aggredisce e lo percuote lasciandolo morto su “un marciapiede insanguinato ed un cappotto in mille pezzi strappato”, come le vittime e le rovine che restano al termine di ogni conflitto.
“J’en ai vu plusierurs”, ne ho visti diversi, troppi nella mia vita … “ma la ragione di chi ha torto non valeva mai quel morto”. Lasciandovi a riflettere su quest’ ultima frase, vi do il solito appuntamento al prossimo racconto.
Capitan U 1947
Scrivo e canto canzoni da sempre, sono la mia arma di espressione libera e senza filtri. Nella mia carriera ho molte hit cantate da me e da grandi star nazionali e internazionali, al mio attivo 6 Festival di Sanremo come autore, 3 come cantante ed altro. Sono un rivoluzionario? Forse, non so, non credo che osservare e raccontare onestamente sia un atto sovversivo … però una cosa è certa: ovunque c’è “casino”, io ci sono.
Ho appena letto la tua cruda realtà….purtroppo è tutto vero ciò che dici.Per il mondo intero resta sempre “il terzo mondo”come è vero che sono sempre è saranno sfruttati da tutti e l’Italia per prima!!!Cruda anche la canzone ma bella come tutte.
Un caro saluto e alla prossima storia.
Harry William!
Ciao capitano,sai sempre toccare argomenti “scomodi’ ma attuali,io li leggo con interesse e apprezzo. Continua a dare voce a tutti quelli che non ce l’hanno 🥰👃
Come sempre ti leggo con piacere e ti ringrazio che porti alla luce del sole argomenti che altri ignorano.Purtroppo questo mondo falso e ipocrita pensa solo al Dio danaro senza pensare alle differenze altrui.Un abbraccio ❤️
Bravo Umberto, sei unico negli argomenti che tratti.
Hai perfettamente ragione a dire che l’Africa è ricca…. Ma c’è qualcosa che non quaglia cioè hanno risorse ma sono poveri!
Che controsenso!
Altro argomento scottante ed attuale purtroppo.
Hai perfettamente ragione. Ci sono notizie che nessuno dice e nessuno ne parla.
Tu, sei straordinario a dirci di queste cose e si spera che un giorno tutti lo sappiano.
Bellissima la canzone, davvero attuale.
Bravissimo CapitanoU
Qualsiasi cosa tu voglia organizzare per amplificare il tuo urlo ci sono/ci siamo
Sei Grande Umbi ♥️
Ciao Capitan U… sei sempre molto preciso e veritiero su ciò che racconti… io anni fa, circa 20, fui invitato ufficialmente in Senegal dall’allora presidente Abdoulaye Wade… tra le tante questioni una in particolare mi rimase impressa, riguardava gli aiuti economici offerti a coloro che avessero voluto rientrare in Patria dando così la possibilità di avviare attività e creare una nuova opportunità… purtroppo le risposte non sono state molte rispetto le attese… credo che alla base ci sia, come anche per noi nel nostro Paese la volontà di non ritornare a svolgere lavori poco interessanti e poco remunerativi, almeno agli inizi… lo stesso modo di pensare lo notai anche in Repubblica Dominicana dove, di certo gli stipendi non sono da favola, i lavori umili, poco remunerativi e non di immagine li facevano svolgere agli haitiani che, avendo più bisogno di un dominicano, venivano sfruttati… il problema è molto più grande e profondo di quanto si possa pensare e l’unica cosa certa è, come dici tu, che i più deboli ne fanno sempre le spese…
Un tozzo di pane.
Una monetina.
Questo all’apparenza chiedevano e chiederanno sempre gli immigrati.
Ma è veramente questo ?
O è il futuro ciò che li assilla ?
Ma il futuro degli immigrati , rossi,bianchi , gialli o neri , non si scontrera’ con il potenziale impoverimento delle società che li accolgono ?
All’apparenza paiono una ricchezza, ma la stessa società che li accoglie e inizialmente si arricchisce alle loro spalle, alla lunga si impoverisce, perché il benessere non può abbracciare tutti.
Vi sembrerà retorica, ma così non è.
Ha ragione il nostro CAPITANO, cosa si nasconde dietro all’immigrazione ?
La speculazione.
E dietro alla speculazione ?
L’arricchimento.
Ma di pochi.
Non di società intere.
Quindi cos’è giusto, cos’è sbagliato ?
Viviamo in un mondo di abbondanza. L’avidità dell’uomo ci ha portato a vivere questa grandi differenze sociali, guerre civile e povertà assoluta. La vera ricchezza in mano a un pugno di uomini e società che controllano tutto il nostro vivere. Le ricchezze che vivono i paesi sviluppati derivano principalmente da i paesi sotto sviluppati, ma lo sono a causa di questo sfrenato bisogno di togliere a gli altri per se stessi.
Gentile Capitan U, apprezzo il suo pensiero e la sua analisi sulla situazione dell’Africa e le sue cause profonde. È innegabile che il continente africano sia ricco di risorse naturali e abbia un potenziale enorme per lo sviluppo e il benessere delle popolazioni. Tuttavia, come lei ha giustamente sottolineato, la storia dell’Africa è stata segnata da un lungo periodo di sfruttamento e ingiustizie perpetrate da potenze esterne.
Il sistema coloniale e le pratiche neocoloniali hanno avuto un impatto devastante sull’Africa, indebolendo le istituzioni locali e alimentando conflitti interni. L’ingerenza straniera e l’appoggio a governanti corrotti hanno contribuito a perpetuare un circolo vizioso di instabilità e impoverimento. È comprensibile che molti individui abbiano cercato rifugio altrove, cercando una speranza di una vita migliore.
Concordo con la sua prospettiva su un’azione congiunta da parte dell’Europa e della comunità internazionale per promuovere lo sviluppo sostenibile in Africa, creando opportunità di lavoro e migliorando le condizioni di vita nei paesi di origine. Tuttavia, come giustamente riconosce, ciò sarà un percorso difficile e con numerosi ostacoli da superare.
Apprezzo anche il suo impegno nell’utilizzo delle sue abilità, come la scrittura di canzoni, per raccontare storie e stimolare la riflessione sulla realtà dei conflitti e delle ingiustizie. La musica e l’arte in generale hanno il potere di sensibilizzare e promuovere il dialogo e la comprensione tra diverse culture.
Infine, mi piacerebbe ascoltare la sua canzone “Il Cappotto”, che, come ha descritto, narra la genesi di una guerra e fornisce uno spunto di riflessione sulla complessità delle situazioni umane.
Grazie per condividere il suo punto di vista e la sua creatività. Attendo con interesse il prossimo racconto.
Cordiali saluti,
Vocal Fusion
Ciao Umberto!
Tutto vero quello che dici, mi taglia il cuore quando vedo tanta gente soffrire e cercano sempre una buona uscita, purtroppo non e cosi. Esistono Paesi in Africa dove vengono governati da persone che non sanno governare dove pensano solo per i loro interessi per non parlare di TERRORISMO!
Saluti da New York
Felice (Phil) Priamo
Sai sempre cogliere l’essenza dei problemi e trovi il modo di divulgare in modo efficace il tuo pensiero. Bravo Umbi 🙂